Bollettino Covid 9 dicembre: 12.756 nuovi casi e 499 vittime

I dati relativi alle ultime 24 ore diffusi nel bollettino ufficiale del Ministero della Sanità, segnalano un calo dei nuovi casi, in corrispondenza però di una riduzione dei tamponi effettuati. Infatti, i nuovi casi risultano 12.756 (ieri 14.842) a fronte di 118.475 tamponi eseguiti (ieri 149.232). In questo modo, sale il tasso di positività, che arriva al 10,8%. Scendono però anche le vittime: i decessi oggi sono stati 499 (ieri 634), non si scendeva sotto i 500 da inizio novembre.

I casi registrati da inizio pandemia sono 1.770.149, i morti 61.739.

Bollettino 9/12: aumentano i guariti, diminuiscono i ricoveri in terapia intensiva

Importante sottolineare che oggi sono stati ben 39.266 i pazienti dichiarati guariti dal Coronavirus, mentre i nuovi ricoveri in terapia intensiva sono stati 152 contro i 192 di ieri.

In totale, gli attualmente positivi sono 710.515, meno circa 27 mila rispetto a ieri. Nelle terapie intensive, invece, ad oggi sono ricoverate 3.320 persone, meno 25 rispetto a ieri, quando già erano calate di 37.

La Regione che segna il maggior numero di nuovi casi è il Veneto con 2.427, al secondo posto la Campania con 1.371. Seguono Lazio (+ 1.297), Lombardia (+ 1.233) ed Emilia Romagna (+ 1.079).

La Lombardia ottimista verso la zona gialla, per Crisanti terza ondata inevitabile

Attilio Fontana, presidente della Lombardia, ha annunciato che la sua Regione diventerà zona gialla a partire da domenica 13 dicembre. Dopo un lungo scontro col governo per uscire dalla zona rossa e poi da quella arancione, la Lombardia passerà alla fascia col più basso rischio.

Mentre Fontana è ottimista e gli altri governatori chiedono maggior flessibilità al governo in vista delle feste, il professor Cristanti ha però affermato che le norme messe in atto ora sono troppo blande: la terza ondata, con queste condizioni, sarà inevitabile.

L’unica speranza resta il vaccino, ma in UK, dove ieri è partita la campagna, alcuni soggetti hanno segnalato forte reazioni allergiche: il futuro è incerto.

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