Bollette luce e gas errate, come tutelarsi senza finire in tribunale

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Tutelarsi dalle bollette luce e gas errate senza finire in tribunale? Presto sarà possibile. In alternativa al giudice, sarà infatti possibile presentare ricorso all’Autorità garante, risparmiando tempo ma soprattutto denaro.
È stata infatti pubblicata la delibera dell’Autorità Garante per l’Energia elettrica, il Gas e il sistema idrico (Aeegsi) che stabilisce che, da gennaio 2018, sarà possibile richiedere l’intervento della stessa Autorità per tutelarsi dalle bollette sbagliate e regolare le controversie con i fornitori di energia elettrica o gas.

Si potrà quindi evitare il ricorso al tribunale, dispendioso sia a livello di tempo che di costi.

Fino a fine anno, per tutelarsi dalle bollette errate della luce o del gas restano due opzioni.

La prima è il reclamo scritto da inviare alla ditta fornitrice, ad esempio l’Enel. Se il reclamo non ottiene risultati, il secondo step prevede il tentativo di conciliazione, obbligatorio per ricorrere al tribunale.

Tra tre mesi ci sarà, grazie alle nuove norme, una alternativa: l’intervento dell’Autorità garante.

Come si fa? Bisogna presentare richiesta di intervento al Garante entro 30 giorni dalla conclusione del tentativo di conciliazione. In questo modo potrà essere evitata la causa e, stando al Garante, sarà assicurata «una maggiore efficacia nella gestione dei reclami e delle controversie, con una semplificazione dei meccanismi, per ridurre le tempistiche, i costi e migliorare la qualità delle risposte».

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