Bimba muore durante il parto all’ospedale Maggiore di Bologna

neonata morta a Bologna

Una neonata è morta durante il parto all’ospedale Maggiore di Bologna, domenica sera. Elena, 35 anni, avrebbe dovuto metterla al mondo lo scorso 13 giugno, termine naturale della gravidanza, ma siccome le doglie tardavano ad arrivare, i medici hanno deciso di attendere, fino al tragico epilogo. La bimba era sanissima, ripete la mamma di Elena, accusando i responsabili dell’ospedale, rei di aver lasciato sola la gestante per ore e ore: “Mia figlia aveva fatto tutti gli esami, la bambina stava benissimo, era viva e si muoveva” al mattino di domenica, ma alle 23 e 30 circa, quando la donna è stata trasferita in sala parto, ha dato alla luce una bimba morta.

Il corpicino della piccola Alma sarà sottoposto a autopsia perché è necessario capire cosa sia successo, anche perché il suo giovane padre, Federico, ha sporto denuncia al posto di polizia dell’ospedale Maggiore.

E su Il Resto del Carlino, che ha raccolto le confidenze della famiglia sconvolta dalla notizia, nonna Margherita racconta denunciando a sua volta ai cronisti: “Nel 2018 non è accettabile che una bimba muoia durante il parto, in un ospedale, a Bologna. Non è accettabile che a una ragazza, alla prima gravidanza, che ha superato di tanti giorni il termine, venga detto: torni domenica perché oggi non c’è posto. Vogliamo sapere cos’è successo, perché questo dolore non si placherà mai, nessuno ci restituirà Alma, ma questa tragedia non può passare sotto silenzio”.

E ancora, le accuse sono chiare, e pesanti come macigni: “L’hanno fatta aspettare troppo, l’hanno lasciata sola”, ripete Margherita, che ripercorre la giornata fin dal mattino, appena arrivati in ospedale, poi l’attesa, inspiegabile: “È salita alle 19. E alle 23 la bambina è nata morta. Non ce l’ha fatta e adesso vogliamo sapere perché. Perché a una ragazza che ha passato il termine da 11 giorni, quando la situazione appare grave, con una bambina che pesa quasi 4 chili in grembo, non sia stato fatto subito un cesareo. Perché, malgrado le urla, non sia stata aiutata”.

Come risposta, l’Asl ha diramato una nota “al momento del ricovero i parametri vitali, del feto e della signora, erano regolari. Alle 19 circa, a seguito del progredire del travaglio e della rottura spontanea delle membrane, la signora veniva accolta in sala travaglio, assistita dall’ostetrica. Dalla lettura del tracciato cardiotocografico, disposto come di prassi all’ingresso in sala travaglio, l’ostetrica rilevava la necessità di un controllo ecografico dell’attività cardiaca fetale. Alle 19.30, l’ecografia evidenziava il mancato riscontro del battito cardiaco del feto. La signora, immediatamente informata dal medico della sala travaglio, alle 23.30 partoriva spontaneamente una neonata priva di vita. Come previsto dalle linee guida ministeriali e regionali, l’Azienda ha segnalato l’evento al Ministero della Salute e alla Regione Emilia-Romagna. L’Azienda è a piena disposizione dell’autorità giudiziaria rispetto agli accertamenti che la stessa vorrà disporre a seguito della denuncia della famiglia”.

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