Aquarius senza porto: accordo tra Portogallo, Francia e Spagna ma i migranti sono ancora a bordo

Aquarius

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Il Portogallo ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con Francia e Spagna per accogliere i migranti che si trovano a bordo della nave Aquarius. Il ministero dell’Interno portoghese, però, non ha precisato dove potranno essere sbarcati i migranti. La ong SOS Mediterranee, che gestisce la Aquarius, ha chiesto di poter attraccare a Marsiglia, ma la Francia spinge invece per un attracco a Malta. Il Portogallo accoglierà 10 dei 58 migranti a bordo. “Il Portogallo continua a difendere una soluzione europea integrata, stabile e permanente per rispondere a questa sfida migratoria” ma ha deciso di accogliere questi 10 migranti “per ragioni umanitarie”, ha spiegato il ministero dell’Interno portoghese. Lisbona era già stata fra i Paesi europei pronti ad accogliere i migranti della Aquarius a metà agosto e di un’altra imbarcazione umanitaria, la Lifeline, a fine luglio.

Attualmente la nave Aquarius si trova a metà tra Libia e Malta e proprio il porto de La Valletta sarebbe il più vicino. ” La scelta è indifferente – dice Alessandro Porro, operatore di Sos Mediterranee a bordo della nave – abbiamo la necessità di sbarcare le persone in un porto che sia sicuro e questo naturalmente esclude la Libia. Stiamo navigando verso Malta non perché ci fermeremo lì ma perché le condizioni meteo stanno peggiorando, ci aspettiamo onde alte cinque metri e stiamo cercando riparo in una zona migliore”.

In attesa di nuovi aggiornamenti, la Francia tiene chiuso il porto di Marsiglia alla nave Aquarius che a bordo ha 58 migranti: l’imbarcazione è nuovamente in balia dei governi europei, anche se il Portogallo ha annunciato l’accordo per prendere in carico i migranti insieme a Francia e Spagna. Il problema resta trovare un porto per far scendere i migranti.
Il 24 settembre il direttore delle operazioni di SOS Méditerranée, Frédéric Penard aveva annunciato che la nave Aquarius era “in rotta verso Marsiglia” e aveva chiesto alle autorità francesi l’autorizzazione ad attraccare e a far sbarcare i 58 migranti che si trovano a bordo. Ma oggi Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese ha sonoramente chiuso le porte in faccia alla nave Aquarius ribadendo che “Ci sono regole europee: una barca che trasporta migranti deve attraccare alla costa europea più vicina”, che non è certo quello di Marsiglia.

Di conseguenza, “per ora, la Francia dice di no, perché se vogliamo avere una politica migratoria coerente, dobbiamo rispettare le regole europee”, ha detto Le Maire, mentre la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, ha polemizzato ancora una volta con l’Italia: “Ci sarà una risposta europea coordinata, cooperativa. Ci dispiace che qualche Paese europeo si sia tirato fuori da questa solidarietà. Ribadiamo all’Italia che chiudere i suoi porti a persone in difficoltà è contrario al diritto”, ha dichiarato la ministra francese.

Parlando poi del tempo che l’Aquarius impiegherebbe per raggiungere Marsiglia, Loiseau ha chiesto provocatoriamente: “Far fare cinque giorni in mare a gente che potrebbe farne uno solo, ha senso?”. Ieri il presidente di SOS Mediterranee in Francia, Francis Vallat, aveva riferito che la nave, gestita dalla ong, si trovava a “circa quattro giorni” di viaggio da Marsiglia. Ora la navigazione è ripresa verso la Francia.

Vita difficile per la Aquarius

A giugno la stessa nave era stata al centro di una crisi diplomatica dopo avere recuperato 630 migranti al largo della Libia: allora sbarcarono in Spagna a seguito del rifiuto di Italia e Malta di accettarli. Lo scenario si è ripetuto ad agosto per 141 migranti sbarcati poi a Malta. Ora la situazione è ancora più complessa: le autorità marittime di Panama hanno annunciato il ritiro della loro bandiera all’Aquarius, già privata ad agosto di quella di Gibilterra, per “non rispetto” delle “procedure giuridiche internazionali” nell’ambito del salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Di questa decisione è stata ritenuta responsabile l’Italia, che secondo l’Aquarius avrebbe fatto pressioni in tal senso. A poche ore dall’accusa è arrivata la smentita dal Viminale che ha ribadito di non avere fatto nessuna pressione su Panama.

La Francia dice no all’immigrazione economica

“La Francia deve essere fedele ai suoi valori di diritto di asilo, per proteggere i più minacciati. Allo stesso modo, però, che dobbiamo dire no all’immigrazione economica, e dobbiamo essere molto chiari su questa linea di demarcazione tra l’immigrazione economica e la domanda di asilo” ha sottolineato Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese, dopo avere detto di no all’ingresso in porto a Marsiglia della nave Aquarius, a bordo della quale si trovano 58 migranti.

Il governo francese ha infatti fatto sapere ieri che preferisce una “soluzione europea” basata sul “principio del porto sicuro più vicino” (ossia Malta o Italia) sottolineando che ”non possiamo reinventare la geografia”. Loiseau ha ribadito questa posizione: pur non escludendo mai completamente la possibilità di un’accoglienza dell’imbarcazione a Marsiglia, la ministra ha preferito evocare le discussioni in corso in seno all’Unione europea. “Da ieri i ministri dell’Interno dell’Ue, in particolare Gérard Collomb, lavorano su questo senza sosta”, ha spiegato la ministra, aggiungendo che spera in ”una risposta in giornata”.

”Che fine ha fatto la Francia accogliente del buonista Macron?”

“Che fine ha fatto la Francia accogliente del buonista Macron? I ministri francesi, Le Maire, Bourdin e Loiseau, dicono no senza mezzi termini all’arrivo dei 58 migranti imbarcati sull’Aquarius in direzione Marsiglia. Finché c’è da scaricare immigrati nei porti italiani va tutto bene, quando però si tratta di ospitare chi ‘scappa dalle guerre’ in casa propria allora ci si volta dall’altra parte. Come del resto accaduto per lo sgombero dell’accampamento di Dunkerque, a Grande-Synthe, dove vivevano circa 800 profughi nella speranza di attraversare il Canale della Manica per raggiungere il Regno Unito, o quando la Francia ha respinto oltre 40 mila immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini”. Così in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI. “Ma la cosa più assurda è che – conclude Rampelli – proprio la Francia è la prima nazione che sfrutta i Paesi africani, che specula sulla loro moneta, che arma i ribelli per una vecchia politica coloniale architettata sul gioco sporco in versione moderna. È cioè causa di quelle fughe che vorrebbe scaricare su di noi e cui non intende offrire risposta”.

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