Approvato il Recovery Plan, ma Italia Viva si astiene

Nella notte il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Recovery Plan con il consenso di tutti i ministri, eccezion fatta per le due esponenti di Italia Viva, la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova e la ministra per le pari opportunità Elena Bonetti. Dietro l’astensione delle ministre renziane al voto sul Recovery Plan, c’è la rinuncia, a loro detta “incomprensibile”, al fondo salva-stati. Ma Conte accusa Italia Viva di speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Fondo e precisa: “Il Mes non è compreso nel next generation, non è questa la sede per discutere il punto“.

Italia Viva si astiene

In seguito alla decisione delle ministre renziane di astenersi dal voto, il premier Conte avverte: “Se Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo, impossibile un nuovo esecutivo con il suo sostegno“. All’interno della maggioranza, lo scontro è aperto e Italia Viva minaccia di ritirare i ministri dal Governo. In difesa del premier, sono intervenuti anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, che avvertono: “una crisi ora sarebbe da irresponsabili“.

Le forze dell’opposizione

Anche le forze dell’opposizione guardano agli sviluppi del quadro politico: “governo di centrodestra o si vada al voto” avanzano Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Mentre Forza Italia torna a smentire l’ipotesi di sostegno all’attuale esecutivo con Conte.

Stato di emergenza fino al 31 luglio

Mentre si cerca di compattare una maggioranza, per evitare la crisi di governo, il lavoro di mediazione continua. Ma, nel caso in cui tali mediazioni non dovessero funzionare, sono stati già convocati due Cdm: uno questa sera sul nuovo decreto anti-covid, che potrebbe prolungare lo stato di emergenza fino al 31 luglio, l’altro domani sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio.

Che cosa prevede il Recovery Plan

Alla fine il governo ha approvato il Recovery Plan, un pacchetto di interventi che arriva a 222,9 miliardi, che prevede cospicui interventi su più fronti: 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 68,9 per la rivoluzione digitale, 31,98 miliardi per le infrastrutture, 28,49 miliardi per l’istruzione, 27,62 miliardi per l’inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) e 19,72 miliardi per la salute. Si tratta del più grande piano di investimenti mai visto in Italia. “È stato un gran lavoro, più importante d’ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società“, scrive su Twitter il ministro Gualtieri.

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