Allarme Coldiretti, stop alle buste monouso per frutta e verdura

Il nuovo regolamento Ue ha imposto l’addio alle confezioni monouso per quanto riguarda frutta e verdura, Coldiretti lancia l’allarme.

Confezioni di verdura
Confezioni di verdura – Nanopress.it

Precisamente, questa regola entrerà in vigore per i packaging che contengono quantità minori a 1,5 chili. La normativa, così come formulata in occasione dell’inaugurazione della fiera agroalimentare Tuttofood, che si svolge a Milano, punta a eliminare il superfluo ma nonostante l’obiettivo sia molto nobile, forse c’è un rovescio della medaglia. A evidenziare questo è stata l’associazione Coldiretti.

L’allarme di Coldiretti

Coldiretti è la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Fondata negli anni Quaranta sottoforma di sindacato di piccoli imprenditori agricoli, nel corso degli anni si è sviluppata grazia a iniziative in favore dell’agricoltura e alla sua organizzazione capillare, questo ha consentito l’affermazione come principale associazione agricola italiana.

Coldiretti
Coldiretti – Nanopress.it

Un ente così autorevole, che ad oggi associa più di un milione e mezzo di agricoltori e ha la maggioranza assoluta delle imprese che lavorano nel settore agricolo del nostro Paese, è il primo a cui volgono lo sguardo gli imprenditori che operano nel campo dell’agricoltura ad ogni stima che viene fatta. L’ultima è stata fatta per prendere in analisi il nuovo regolamento dell’Unione Europea, che mira a eliminare la plastica considerata superflua, in particolare il packaging usa e getta della frutta e della verdura che non superano 1,5 chili di peso.

In occasione della fiera agroalimentare Tuttofood, che si svolge a Milano ed è stata inaugurata ieri, è stato lanciato l’allarme in merito alla normativa perché, così come è stata formulata, rischia di danneggiare i consumatori e cancellare dagli scaffali i cestini delle fragole, le arance in rete, le confezioni di pomodorini e molto altro.

Sebbene l’obiettivo sia molto importante in un mondo dove si guarda molto all’inquinamento e a come ridurlo il più possibile, i rischi sono dietro l’angolo e sebbene il nuovo regolamento non sia ancora una realtà, c’è preoccupazione da parte delle associazioni dei consumatori, alimentate anche dalle ipotesi di Coldiretti, riportate dal Sole 24 Ore.

Una delle prime conseguenze sarebbe l’aumento dei costi sia per chi acquista che per chi produce, ma anche rischi di tipo igienico-sanitari e in merito alla gestione degli sprechi. Le ripercussioni ricadrebbero sulle scelte del cliente finale, infatti come riportato anche dall’ultimo sondaggio di Unione Italian Food, moltissime persone acquistano questa categorie di prodotti e confezioni in modo regolare. Esattamente circa i tre quarti degli intervistati e il 38% lo fa tutte le settimane. L’81% mette nel carrello l’insalata in busta, il 40% preferisce le ciotole e il 30% la frutta lavata e già tagliata.

Solo nel 2022 il giro di affari stimato dalle rilevazioni di mercato NielsenlQ è stato di un miliardo di euro, ci si chiede quindi se sia una mossa giusta quella di eliminare dei prodotti così largamente apprezzati, sia per evitare sprechi che per risparmiare sul prezzo poiché le quantità sono ridotte.

Ma la direttiva avrebbe anche conseguenze sul comparto del vino, infatti Coldiretti ha evidenziato che così come l’Ue l’ha formulata, condurrebbe a una standardizzazione delle bottiglie riducendo il loro peso. Verrebbe eliminato il formato magnum insomma.

Inoltre dal 2030 il 10% degli alcolici dovrà utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso e dal 2040 questa soglia dovrà aumentare. Per i vini è prevista una soglia del 5%, a eccezione degli spumanti.

Le preoccupazioni

Tirando le somme, il nuovo regolamento andrebbe a colpire due settori molto forti del Made in Italy, nonché quelli che contano le maggiori esportazioni all’estero. Pur condividendo il bisogno di rendere più sostenibili i consumi, Coldiretti ha chiesto di correggere la normativa eliminando almeno i divieti per il monouso di verdura e frutta di piccole quantità e ricalibrando le misure per il settore del vino. Sarebbe un passo importante e necessario per non pregiudicare la qualità della produzione e la possibilità di scelta da parte dell’acquirente finale.

È intervenuto anche il Codacons, che coordina le associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori, evidenziando una conseguenza importante della normativa. Infatti ha bocciato le nuove disposizioni europee sui packaging alimentari perché queste danneggerebbero alcune categorie di consumatori, ovvero i single e le coppie senza figli.

Supermercato
Supermercato – Nanopress.it

Queste persone chiaramente hanno bisogno di piccole quantità di alimenti, che consentono di gestire meglio la spesa settimanale ed evitare eccessivo spreco di cibo in casa. Anche l’ente ha ricordato che è importante ridurre gli imballaggi perché il peso per l’ambiente è considerevole, ma forse questo non è il modo giusto.

Inoltre, ci sarebbe il rischio dell’aumento dei prezzi di frutta e verdura nei supermercati per la minor concorrenza che viene dal comparto dei prodotti già confezionati, con un danno economico per la generalità dei consumatori. Potremmo anche andare incontro a una diminuzione del consumo di frutta e verdura dato che gli imballaggi di piccole quantità fanno ormai parte delle abitudini degli italiani.

Le polemiche sono nate anche per quanto riguarda la proposta dell’Ue di istituire un sistema di riuso delle bottiglie che contengono bevande alcoliche. Secondo il regolamento, la quota di riutilizzo di questi imballaggi dovrà raggiungere il 10% nel 2030. Il sistema è ampiamente collaudato in altri Paesi come l’Olanda e la Germania ma essendo l’Italia un’eccellenza per il vino, c’è bisogno anche dei grandi formati che per i vini invecchiati sono imprescindibili, ad esempio per l’Amarone e il Barolo.

Questo stravolgimento rischia anche di vanificare il lavoro sul riciclo del vetro fatto nel corso degli anni. Insomma è guerra aperta fra le associazioni dei consumatori e delle autorità europee, sebbene gli obiettivi siano gli stessi. Al momento la norma è una semplice bozza e non è attiva, vedremo se questo malcontento porterà a un miglioramento della stessa.

 

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