Alan Eustace di Google batte Baugmartner: suo il record del lancio dalla stratosfera

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Infranto il record di lancio dalla stratosfera messo a segno dallo sportivo estremo Felix Baumgartner due anni fa. L’autore è – sorpresa, sorpresa, un 57enne manager di Google che si è preparato in grande segreto e che risponde al nome di Alan Eustache. Del tutto differente la storia di questo primato rispetto a quello del testimonial Red Bull dato che se il primo aveva messo tutto in piazza, il più esplicitamente possibile, il secondo è salito ben più in alto – 41.420 metri contro i 39.000 del rivale – nella più completa riservatezza e mistero. Si è praticamente saputo del record proprio quando è stato battuto.

Chi è Alan Eustache? È un supermanager di Google, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente, un tipo abituato a battere record a livello aziendale e ora anche a livello sportivo. Grande appassionato di paracadutismo, si è lanciato da un’altitudine dalla quale nessuno mai prima aveva tentato. 41.42 chilometri (praticamente a metà strada con il confine dello spazio, posto a 100 chilometri, convenzionalmente) superando il primato in caduta libera e raggiungendo una velocità pazzesca di 1321 chilometri orari, ben oltre il muro del suono. “Da terra abbiamo potuto sentire il boato dell’esplosione sonica dovuta al superamento dellla velocità del suono“, hanno raccontato i membri dello staff.

Se Felix Baumgartner aveva raggiunto le 24 miglia, Alan si è spinto ben oltre, a 25 miglia. Appena atterrato ha commentato: “E’ stato incredibile, meraviglioso”. Il tuffo è durato 4 minuti appena, tempo necessario a sfrecciare per 39 chilometri in caduta libera ad altissima velocità prima di incontrare la resistenza dell’aria più densa e aprire il paracadute. Era salito fin sul tetto del mondo con un pallone aerostatico appositamente creato così come aveva indossato una tuta da astronauta: la salita aveva richiesto due ore mentre il tempo trascorso a una velocità ultrasonica è stato di 90 secondi.

Seguito costantemente dal team tecnico del Paragon Space Development, ha potuto apprezzare l’oscurità del cielo e la curvatura terrestre prima di lanciarsi “nel nulla”. Sono stati necessari quasi tre anni di preparazione soprattutto atletica ed è apprezzabile che sia stato tutto condotto in modo più serio e rigoroso e meno spettacolarizzato rispetto all’austriaco Baugmartner. Come risponderà ora l’ex-primatista, magari provando lui stesso a lanciarsi oltre?

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