Ai domiciliari, rompe braccialetto elettronico: ”Meglio il carcere dei parenti”

Un uomo che doveva scontare la pena di otto anni agli arresti domiciliari con l’accusa di tentato omicidio per avere provato ad accoltellare un vicino dopo un alite, ha deciso che restare nella casa dei parenti era impossibile, e per tornare presto in carcere ha rotto il braccialetto elettronico che aveva applicato addosso.

L’uomo, un albanese di 50 anni, era stato posto in stato di fermo a luglio 2014 dagli agenti della Compagnia di Savigliano, in provincia di Cuneo. Il 2 dicembre 2014 era stato condannato a 8 anni di reclusione, poi gli erano stati concessi gli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico.

E’ stata esclusa la reclusione a casa sua, poichè troppo vicina alla vittima che h aprovat ad uccidere, così è stato mandato da un parente. Ma la vita forzata presso l’abitazione del familiare a Savigliano non era più sopportabile per lui, così la mattina del 7 aprile 2015 l’uomo ha strappato il braccialetto elettronico e si è presentato in caserma dicendo di voler tornare in carcere, perché non sopportava più la convivenza con i parenti.

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