Accise benzina: annunciato il primo taglio in manovra

BENZINA

Sbandierato tanto durante la campagna elettorale da Salvini, ecco arrivare, almeno negli annunci, il primo taglio alle accise sulla benzina. La finanziaria a cui il governo Conte sta lavorando dovrebbe portare al suo interno questa novità tanto attesa dagli italiani, che però pensano ancora di star pagando per la guerra d’Abissinia (1935), la guerra di Suez (1956), la diga del Vajont (1963), l’inondazione di Firenze (1966), il terremoto del Belice (1969), il sisma del Friuli (1976). In realtà non esiste più dal 1995 la tabella di riferimento delle accise, dato che con il decreto Dini queste singole voci sono entrate a far parte della fiscalità generale. Quindi formano una voce a parte che si modula di anno in anno in base alla manovra finanziaria approvata.

Come sottolineato dal Sole 24 ore, l’annuncio fatto da Salvini di voler cancellare le accise sulla benzian più datati e risalenti ai primi del ‘900 non è altro che una sorta di leggenda metropolitana.

Da un’analisi degli esperti del quotidiano economico, però, emerge che solo nel 2017 grazie alle accise sulla benzina sono stati guadagnati dallo Stato 26,7 miliardi di euro, l’81% della fiscalità energetica che ammonta a un totale di 32,7 miliardi. L’anno precedente (2016) il denaro accumulato con le accise è stato 26,4 miliardi di euro (32,6 miliardiin totale dalla fiscalità energetica). Da gennaio a luglio 2018 la fiscalistà energetica ha prodotto 16,9 miliardi, mentre le tasse sul petrolio gabbi generato 13,8 miliardi di incasso, diviso in 9,4 miliardi dal gasolio, 3,9 miliardi dalla benzina, 0,5 miliardi da altri prodotti.

Considerando che nell’anno trascorso (2017) i consumi di benzina sono stati di 9,9 miliardi di litri (e di 27,8 miliardi di gasolio), l’Unione petrolifera ha calcolati che ogni centesimo di riduzione dell’accisa sulla benzina comporterebbe un calo di gettito di circa 100 milioni di euro e di 278 milioni sul gasolio. A questi numeri si deve aggiungere il minor introito sull’Iva (al 22%) che si applica al prezzo del carburante.

In pratica, se Salvini mettesse a segno il taglio di 11,3 centesimi promesso in campagna elettorale, dalle casse dello Stato mancherebbero d’un tratto 4,27 miliardi di euro (Iva a parte).

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