Zoo Copenaghen, leone fatto a pezzi davanti a bambini come lezione scientifica

leonessa foto repertorio

Un leone fatto a pezzi e dissezionato davanti ad un pubblico composto anche di bambini, a fini didattici: torna a scatenare polemiche lo zoo di Copenaghen dopo la vicenda della giraffa Marius avvenuta il 15 febbraio 2014 tra le proteste e l’indignazione degli animalisti di tutto il mondo. La struttura della capitale danese infatti non è nuova all’uccisione di esemplari animali come lezione scientifica: pony, cammelli, pinguini ed altri leoni hanno già fatto la medesima fine, e il 15 ottobre 2015 sarà la volta di un nuovo felino.

Non a caso l’opinione pubblica ha ribattezzato zoo degli orrori la struttura danese proprio per la periodicità con cui avvengono queste ‘lezioni’: la prossima vittima sarà una leonessa di un anno, la quale prima è stata soppressa dai medici dello zoo in maniera incruenta lo scorso febbraio, e il cui corpo verrà dissezionato il 15 ottobre per una sorta di lezione di anatomia animale. Il felino è stato soppresso sia perché ritenuto troppo aggressivo sia perché non vi erano altre strutture disposte ad accoglierlo. Si legge sul sito internet dello zoo di Copenaghen: ‘Ci saranno spiegazioni quando il leone verrà smembrato, e si potranno vedere il cuore, i polmoni e altre parti del corpo. Così verrà mostrato quanto è fantastico un leone‘.

Proprio perché oramai abituati a queste uccisioni a scopi didattici, i gestori dello zoo sembramo incuranti delle proteste che presumibilmente si scateneranno nei prossimi giorni, a seguito della diffusione della notizia sui principali canali informativi internazionali. Ma la sensibilità sulla questione non sarebbe univoca, a sentire quanto dichiarato al Copenaghen Post da un guardiano dello zoo: ‘Una dissezione mostra l’anatomia del leone e cosa lo rende un buon predatore. I bambini sono così curiosi che quasi si infilerebbero dentro la carcassa. È un’esperienza scientifica autentica‘. Le vicende legate allo zoo degli orrori di Copenaghen, c’è da giurarci, non finiranno qui.

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