Wikileaks rileva: Hillary Clinton sapeva che l’Arabia Saudita e il Qatar finanziavano l’ISIS

Elezioni Usa, Hillary Clinton, wikileaks

Wikileaks ha pubblicato una parte delle migliaia di email presenti nella corrispondenza tra Hillary Clinton e John Podesta, capo della campagna elettorale della candidata democratica alle elezioni presidenziali 2016. In alcune delle missive elettroniche l’argomento trattato è la Turchia, i suoi interessi nella guerra in Siria e il suo ruolo nella lotta all’Isis. Ma soprattutto, leggendo le lettere scambiate tra Podestà e Clinton, sembra chiaro che lei sappia già da tempo che a finanziare i terroristi dello Stato Islamico ci sarebbero l’Arabia Saudita e il Qatar.

Contrariamente a quanto sempre sostenuto da Qatar e Arabia Saudita, che dichiarano e ribadiscono di non avere niente a che fare con lo Stato Islamico, la candidata presidenziale Hillary Clinton sapeva invece che questi due stati sono in realtà i fornitori di “supporto finanziario e logistico clandestino ai membri dell’Isis e ad altri gruppi radicali sunniti nella regione“. Almeno questo è quello che sarebbe scritto in una mail scambiata tra Clinton e Podesta, datata 17 Agosto 2014.

Nel dettaglio, Podesta avrebbe scritto alla Clinton: ”Anche se questa operazione militare e para-militare sta andando avanti, abbiamo bisogno di utilizzare le nostre risorse di intelligence diplomatiche e più tradizionali per esercitare pressioni sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che stanno fornendo supporto finanziario e logistico clandestino per ISIS e altri radicali sunniti gruppi nella regione“. “Questo impegno sarà rafforzato con l’attività intensificata del KRG [il governo regionale curdo ndr]. Il Qatar e l’Arabia Saudita pressati dagli Stati Uniti saranno messi in una posizione di equilibrio politico tra loro, finalizzato a dominare il mondo sunnita“, ha aggiunto.

Va precisato che l’Arabia Saudita è stata già in precedenza accusata di finanziare altre organizzazioni terroristiche, come Al-Qaeda e altri gruppi estremisti di origine talebana e jihadista. E’ nota anche la politica di torture e di esecuzioni pubbliche che viene attuata nel paese, non del tutto dissimile alle azioni dell’Isis. Nonostante queste evidenze l’Arabia Saudita ha sempre affermato di essere dalla parte degli Stati Uniti nella lotta contro Isis. Tuttavia, le azioni sono più eloquenti delle parole. Nel mese di settembre, un comandante di Al-Nusra identificato come “Abu Al-Ezz” ha affermato che sia i loro alleati del Golfo Persico che gli stessi Stati Uniti stanno fornendo armi al suo gruppo.

Ma John Podesta non è la prima persona ad accusare l’Arabia Saudita di finanziamento all’Isis. Nel mese di luglio, l’equivalente del ministro degli Esteri britannico ha esortato i membri della famiglia reale saudita a impedire la sponsorizzazione di organizzazioni estremiste. L’alto Funzionario Dan Chugg ha sostenuto al proposito che quando “si tratta di famiglie reali, principi ricchi e quel tipo di cose“, è “difficile con alcuni di questi paesi sapere esattamente che cosa sia un finanziamento del governo“.

ISIS e Al-Nusra potrebbero non essere gli unici gruppi che beneficiano dei soldi degli Stati del Golfo. Nel mese di maggio, il New York Times ha riferito che i musulmani in Kosovo venivano indottrinati al wahhabismo da estremisti che hanno ricevuto finanziamenti da Arabia Saudita, Qatar, Kuwait. Inoltre enti di beneficenza sauditi hanno cominciato a spuntare in Kosovo a seguito dei disordini delle guerre balcaniche. Offrono di ricostruire moschee e fornire assistenza in cambio di seguire le regole islamiche più severe, come la richiesta alle donne di indossare il velo.

Tornando alla fuga di notizie che imbarazza gli uffici dei democratici statunitensi, lo staff della Clinton ha risposto alla pubblicazione delle mail, non confermando l’autenticità dei documenti rubati. Secondo i sostenitori della candidata alla casa Bianca, Julian Assange “non nasconde il suo desiderio di nuocere Hillary a Clinton“. Gli analisti hanno invece ipotizzato che le e-mail possano provenire da un recente attacco informatico, alimentando i sospetti che il governo russo stia usando Wikileaks come strumento per interferire nelle elezioni presidenziali di novembre.

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