‘Vuole ucciderci, tenetelo in carcere’: l’appello di una donna ai giudici per fermare le violenze dell’ex

violenza donne

Vuole ucciderci, tenetelo in carcere, non fatelo uscire“. L’appello di Elena Farina, 48 anni, rivolto ai giudici dai media, è per fermare il suo ex marito, Luigi Garofalo, dopo che ha tentato di uccidere uno dei figli della coppia, di soli 19 anni, puntandogli contro una pistola. L’arma per fortuna si è inceppata ed è rimasta solo la paura e lo sgomento di un padre che vuole uccidere il figlio per colpire la madre, “colpevole” di averlo lasciato. Un mese di carcere, poi i domiciliari: appena uscito, in soli 40 minuti l’uomo si è ripresentato al bar dell’ex moglie, minacciando lei e i figli. La storia della signora Elena è finita su diverse testate come Repubblica Torino e Cronaca Qui, sfondando il muro di indifferenza e solitudine in cui troppo spesso le donne vittime di violenza si trovano: la donna si è rivolta alla stampa per fermare l’ex marito prima che compia un gesto irreparabile, nei suoi confronti e verso i figli.

Colpire i figli per far male all’ex: è una delle violenze di cui spesso si macchiano gli ex che vogliono causare un dolore indicibile a chi ha deciso di rompere un matrimonio o un rapporto. La storia di Elena è purtroppo simile a tante che sono finite nei trafiletti della cronaca solo dopo l’esito più terribile, che sia un’aggressione con l’acido, come il caso di Gessica Notaro, o addirittura la morte, come molte volte abbiamo raccontato.

Come tante donne, la signora Elena ha deciso di lasciare il marito: il matrimonio era finito ma la coppia aveva un bar e per anni ha continuato a gestirlo insieme, tentando anche di riavvicinarsi più volte, cercando un nuovo equilibrio ma anche la seconda volta il rapporto naufraga.

La gelosia, le scenate e le denunce, 15 in tutto, della donna per le liti che diventano sempre più violente: il copione si ripete. A Repubblica, la signora Elena racconta di aver ricevuto in un giorno solo 276 telefonate da parte sua, che lo scorso ottobre ha preso la decisione di non vederlo più e lo ha fatto perché la stava mandando sul lastrico, ed era stanca di irruzioni notturne in casa e ricoveri al Pronto Soccorso per le botte.

L’8 marzo scorso, nel giorno in cui si dovrebbe festeggiare la donna, Luigi Garofalo entra nel bar e punta la pistola contro il figlio di 19 anni: in quel momento l’arma si inceppa e per fortuna nessuno si fa male, neppure il fratello di soli 13 anni che ha tentato di strappare l’arma dalle mani del padre.

Le telecamere di sorveglianza del bar riprendono la scena: l’uomo aveva già violato l’ordine restrittivo una volta, ma questa volta finisce in carcere. Passano pochi giorni e il gip conferma gli arresti domiciliari, oltre al divieto di avvicinarsi all’ex moglie e ai figli, ma tutto è inutile. Uscito dal carcere alle 20, alle 20:40 è già al bar, a minacciarli.

Abbiamo cambiato casa non so quante volte pur di far perdere le nostre tracce, però lui ci trova sempre, e se non può venire di persona manda suoi emissari a dirci che qualcuno verrà a gambizzarci“, racconta la donna a Repubblica. L’appello è rivolto ai giudici: tenetelo in carcere perché così loro non possono vivere. La signora sta vendendo il bar e la casa, vuole scappare e far perdere le sue tracce ma finché l’ex sarà libero di uscire la sua vita e quella dei suoi figli sarà ancora in pericolo.

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