Virginia Raggi a rischio processo per abuso d’ufficio e falso

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Virginia Raggi è a rischio processo per abuso d’ufficio e falso in merito alle vicende Marra e Romeo. I pm di Roma, l’aggiunto Paolo Ielo e il procuratore Francesco Dall’Olio, hanno chiuso le indagini e ora sarebbero pronti a far partire la richiesta di rinvio a giudizio per la sindaca di Roma. Due le vicende per cui la prima cittadina rischia il processo: la prima riguarda la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, suo ex braccio destro ora sotto processo per corruzione. Per lo stesso procedimento è stata avanzata la richiesta di archiviazione per abuso d’ufficio. La seconda invece è legata alla figura di Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della sindaca, e alla sua promozione con conseguente aumento di stipendio.

La Procura ha chiuso tutti gli accertamenti e ha inviato a Raggi l’avviso della chiusura delle indagini, procedimento che precede il rinvio a giudizio entro una ventina di giorni.

Due quindi i procedimenti e due le accuse. Quella di falso riguarderebbe la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele Marra, a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio.

Secondo la tesi della Procura, Virginia Raggi avrebbe detto il falso parlando con la responsabile anticorruzione del Comune, Mariarosa Turchi, sottolineando di aver deciso la sua nomina in totale autonomia.

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Le indagini avrebbero portato alla luce una realtà diversa, come emergerebbe dalle chat con Raffaele Marra, l’ex capo del personale e sua persona fidata all’epoca. La sindaca non avrebbe partecipato alla selezione dei cv e non avrebbe saputo dell’aumento di stipendio scattato con la nomina (poi revocata). Per questo, la Procura ha chiesto per lei l’archiviazione dall’accusa di abuso d’ufficio che invece rimane per Raffaele Marra.

L’accusa di abuso d’ufficio sarebbe confermata per Virginia Raggi in concorso con Salvatore Romeo, passato da funzionario alla segreteria del sindaco, con il conseguente aumento di stipendio da 39mila euro annui a 120mila euro, cifra poi ridotta a 93mila dall’Anac.

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