Velletri: morto il bambino caduto nel pozzo. Come Alfredino Rampi a Vermicino 36 anni fa

Alfredo Rampi

La tragedia del bimbo di due anni morto dopo essere caduto in un pozzo a Velletri rievoca quella di Alfredino Rampi, che perse la vita 36 anni fa nell’incidente di Vermicino. Anche lui cadde in un pozzo, in un incidente che passò alla storia anche perché cambiò il modo di fare televisione in Italia e diede l’impulso alla nascita della Protezione Civile.

Velletri e Vermicino sono due località della provincia di Roma. A separare il grosso paese dei Castelli Romani dalla frazione di Frascati sono meno di trenta chilometri. Due località accomunate da tragedie simili. È morto lunedì pomeriggio il bimbo caduto nel pozzo a Velletri. Il dramma era cominciato sabato sera, quando il piccolo di 23 mesi, nato a Roma ma di origini romene, era precipitato in un pozzo profondo nove metri, situato al confine tra il giardino e un uliveto vicini alla sua abitazione. Pare che il piccolo, mentre giocava con la sorellina di tre anni, si sia avvicinato al pozzo, precipitandovi, approfittando di un momento di distrazione della mamma. Il nonno, dopo che la sorellina aveva lanciato l’allarme, si era calato all’interno del pozzo con un tubo estraendo il bimbo, trasportato d’urgenza all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove era arrivato in coma con una diagnosi di annegamento e arresto cardiocircolatorio. Dopo due giorni passati a lottare tra la vita e la morte in terapia intensiva, il bimbo caduto in un pozzo a Velletri è morto per arresto cardiocircolatorio.
La morte di Alfredino Rampi nell’incidente di Vermicino
La mente torna quindi a 36 anni fa, all’incidente di Vermicino dove morì il piccolo Alfredino Rampi. Una tragedia diversa, innanzitutto perché Rampi, che aveva sei anni, non fu mai estratto dal pozzo in cui era caduto. Pozzo molto più profondo (60 metri) di quello in cui è caduto il bimbo di Velletri. Alfredo Rampi precipitò nel pozzo artesiano il 10 giugno del 1981 mentre, con il permesso dei genitori, stava tornando a casa passando dai boschi. Furono inutili tutti i tentativi messi in atto per salvarlo, tra cui quelli di un tipografo e alcuni speleologi che si calarono all’interno per prenderlo. Il bambino morì dopo 60 ore in cui l’incidente fu seguito quasi sempre in diretta dalla Rai: fu il primo episodio di cronaca nera della storia televisiva italiana ad essere seguito con le telecamere in tempo reale. A dare la notizia della morte, in lacrime, fu il conduttore del Tg1 Massimo Valentini. L’incidente di Vermicino fu una delle tragedie che diedero l’impulso all’istituzione della Protezione Civile: con i mezzi di oggi, infatti, probabilmente il piccolo si sarebbe potuto salvare.

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