Valditara nella bufera per la risposta alla lettera della preside di Firenze

Da quando, sabato 18 febbraio, davanti al liceo Michelangiolo di Firenze sono stati picchiati due studenti da un gruppo di ragazzi (maggiorenni e non) appartenenti ad Azione studentesca, un gruppo di estrema destra, le opposizioni hanno iniziato ad attaccare con insistenza la maggioranza di governo, rea di non aver condannato il gesto dei giovani. Ora, però, che il ministro per l’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha risposto alla lettera della preside del liceo classico Leonardo Da Vinci, sempre di Firenze, in cui chiedeva ai suoi alunni di non replicare il gesto, anzi di condannarlo perché è così che si è arrivati al fascismo, in tanti, compresa l’Anpi, hanno deciso di scagliarsi contro il numero uno della scuola.

Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito del governo di Giorgia Meloni, Giuseppe Valditara – Nanopress.it

Dal terzo polo al MoVimento 5 stelle, passando per il Partito democratico e anche per Sinistra Italiana ed Europa Verde, compresi gli studenti, si sono schierati dalla parte della preside, Annalisa Savino, e qualcuno ha anche chiesto le dimissioni di Valditara.

Le opposizioni contro Valditara dopo la replica alla lettera della preside di Firenze

Come spesso accade, i casi di cronaca travalicano i confini della materia e diventano a tutti gli effetti dei casi di politica, o meglio delle polemiche. Il pestaggio avvenuto a Firenze, davanti al liceo Michelangiolo, da parte di un gruppo di ragazzi di Azione studentesca, movimento giovanile un tempo affiliato ad Alleanza Nazionale poi a Fratelli d’Italia, ora solo di estrema destra, ai danni di due studenti (che invece fanno parte di un collettivo di sinistra) è uno di questi esempi.

Se prima, infatti, le opposizioni si sono scagliate contro la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, per non aver condannato il gesto, adesso che il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha deciso di commentare (in un modo piuttosto particolare) la lettera della preside del Leonardo Da Vinci, sempre di Firenze, Annalisa Savino, che aveva invitato solo ieri i suoi studenti a riflettere su quello che era successo, a evitare comportamenti simili, ovviamente, perché è proprio da pestaggi in strada che ha preso piede il fascismo, non è cambiato tanto. Anzi, nella polemica si è inserita anche l’Anpi, l’associazione dei partigiani italiani, a cui non sono piaciute per nulla le parole dell’esponente del governo.

Savino
Annalisa Savino, la preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze finita nel mirino di Giuseppe Valditara per la lettera scritta ai suoi studenti – Nanopress.it

Per loro, infatti, “la lettera della preside è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L’attacco del ministro Valditara contro di lei è inaccettabile. La velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese“, ha detto Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell’Anpi. Come lui, però, sono in tanti a esprimere solidarietà alla preside fiorentina.

Enrico Letta, segretario uscente del Partito democratico, su Twitter ha semplice lanciato un hashtag a supporto di Savino, ma dal suo schieramento sono arrivate anche le richieste di dimissioni per il ministro. Le ha chieste Peppe Provenzano, e pure Dario Nardella, il sindaco di Firenze. Per la capogruppo in Senato dei dem, Simona Malpezzi, invece, l’atteggiamento di Valditara è da considerarsi grave e “lede la libertà di insegnamento“.

Ma leggeri dal Nazareno non ci sono andati neanche i due candidati alla segreteria, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Il governatore dell’Emilia Romagna, in avanti nei sondaggi rispetto alla sua ex vice, ha ripercorso il silenzio del governo sull’aggressione “di militanti fascisti” salvo poi contrapporla alle parole di Valditara: “Un comportamento che, di fatto, copre i violenti e accusa chi cerca il confronto partendo dai valori della democrazia e dell’antifascismo. Grave e inaccettabile. Meloni intende continuare a tacere?“, ha chiesto in un post sui social, a cui in un certo senso si è accodata anche la deputata e sua sfidante domenica nei gazebo.

A dimostrare, poi, che sul tema le opposizioni sono compatte, sono arrivati anche i commenti della presidentessa dei senatori del MoVimento 5 stelle, Barbara Floridia, che ha spiegato che “quello dell’antifascismo dovrebbe essere un valore condiviso, tanto più all’interno delle nostre scuole e tanto più a seguito dell’aggressione squadrista avvenuta ad opera di azione studentesca, vicina a Fratelli d’Italia. Mai come oggi Valditara dovrebbe solo vergognarsi“, e quello di Carlo Calenda, frontman del terzo polo e leader di Azione, che ha detto che il ministro non è adatto al ruolo, esattamente come Ignazio La Russa, anche lui finito al centro delle polemiche in questi giorni per le sue esternazioni su un eventuale figlio gay, per cui si dispiacerebbe come se fosse milanista.

Calenda Renzi
Carlo Calenda e Matteo Renzi – Nanopress.it

Anche i due leader dell’alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, hanno avuto da che criticare il ministro. Per il numero uno di Sinistra Italiana, le parole di Valditara “non sono degne di un ministro. Di un liquidatore della scuola pubblica come lui il nostro paese e il mondo della scuola non sanno che farsene“, per il suo alleato, invece, è scandaloso quello che è successo, e si tratta di “un attacco indecente e contro la Costituzione“.

E mentre Savino ha deciso di non parlare per “evitare di alimentare ancora la già grande sovraesposizione mediatica a proposito di questioni che, seppur attinenti alla scuola e al suo ruolo nella società, tuttavia diventano facile oggetto di polemica e di strumentalizzazione“, come ha scritto in una nota letta da una docente, il mondo della scuola, specie quello degli studenti, si schiera accanto alla preside e contro il ministro, chiedendone (persino loro) le dimissioni.

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