Vaccino e autismo: non esiste un legame


La correlazione tra vaccino e autismo è stata sempre oggetto di molte polemiche. Secondo alcuni, infatti, esisterebbero le prove scientifiche, per dimostrare che i vaccini nei bambini possano innescare una vera e propria sindrome autistica. La maggior parte degli scienziati del mondo è d’accordo sul fatto che la vaccinazioni non causino l’autismo. Si tratterebbe, quindi, di un falso mito, ma che non ha fermato ancora i gruppi antivaccinazione, che sono alla ricerca di dati a loro vantaggio e spesso commissionano degli studi per sostenere le loro idee.

Lo studio della National Academy of Sciences

Uno studio recente, i cui risultati sono stati pubblicati negli atti della National Academy of Sciences, ha avuto proprio come obiettivo il chiarire se i vaccini possano determinare l’autismo. La ricerca ha coinvolto 79 scimmie in età infantile, suddivise in sei gruppi. Due di questi sono stati vaccinati con il thimerosal. Questo è un agente antisettico e antimicotico, che spesso è stato utilizzato nelle vaccinazioni, fino a quando, negli anni ’90, è stato rimosso dalla composizione dei vaccini negli Stati Uniti. Proprio il thimerosal è stato spesso fatto oggetto di accusa come causa dell’autismo.

Altri due gruppi di scimmie hanno ricevuto un altro tipo di vaccino, senza thimerosal; altri due gruppi ancora sono stati vaccinati semplicemente con iniezioni saline. Gli scienziati hanno poi studiato il comportamento degli animali, soprattutto nel loro interagire in situazioni sociali, per ricercare eventuali comportamenti di tipo autistico. Non hanno trovato assolutamente nulla che facesse pensare ad una diagnosi del genere.

I dati sono stati confermati anche dalle osservazioni compiute sui cervelli delle scimmie dopo la loro morte. Si suppone che persone con disturbi dello spettro autistico possano avere cellule dell’ippocampo più piccole e una minore quantità di cellule dell’amigdala, ma negli animali non è stato osservato nulla di simile.

La ricerca precedente

Nella ricerca scientifica precedente a questo studio si è spesso insistito sull’eventualità che in particolare il vaccino trivalente, quello contro il morbillo, la parotite e la rosolia, possa determinare l’insorgenza di forme di autismo nei bambini. Uno studio precedente ha riguardato 95.000 bambini vaccinati negli Stati Uniti tra il 2001 e il 2007.

Si è avuto un periodo di osservazione, dal 2001 al 2012, durante il quale a ricevere la diagnosi di autismo sono stati 994 bambini, mentre 1.929 avevano un fratello più grande affetto da autismo. L’obiettivo era anche quello di vedere quanto il timore di incorrere nel disturbo potesse spingere i genitori ad evitare la vaccinazione. Il vaccino di per sé non è risultato associato ad alcun aumento di rischio.

Com’è nata la bufala

Si tratterebbe, quindi, di una vera e propria bufala, la cui origine è da trovare negli anni ’90, nell’episodio che ha coinvolto un medico inglese, Andrew Wakefield, il quale sostenne in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet il collegamento tra vaccino e autismo.

Secondo Wakefield, il vaccino poteva provocare un’infiammazione della parete intestinale e contribuire a mettere in circolo nell’organismo delle sostanze tossiche per il cervello. Lo studio è stato poi smentito e, dopo la dimostrazione che i dati erano stati falsificati, la rivista stessa ha ritrattato tutto. Il medico inglese è stato radiato dall’ordine, ma la falsa teoria ha continuato a diffondersi.

Le conseguenze

Il tanto temuto pericolo dell’esistenza di un collegamento fra vaccini e autismo può portare a delle conseguenze incredibili. Come hanno già chiarito il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, i vaccini in Italia sono in calo e torna l’incubo delle malattie debellate. I rischi sono davvero tanti, perché sarebbero scese al di sotto del 95% le vaccinazioni per la poliomielite, il tetano, la difterite e l’epatite B. Gli esperti sottolineano come il pericolo più evidente possa essere quello di incorrere nelle epidemie, a causa della mancanza dell’immunità collettiva.

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