Vaccini in Italia: calo record, torna l’incubo delle malattie debellate


I vaccini in Italia sono in calo. E per questo ritorna l’incubo delle malattie debellate. A lanciare l’allarme sono stati l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute, facendo riferimento ai dati del 2014: siamo al limite della soglia di sicurezza. Il rischio è che alcune patologie che erano state da tempo dimenticate nel nostro Paese, come la difterite, o le morti dovute, ad esempio, al morbillo tornino a far paura seriamente. Sono tanti i genitori che, basandosi sui presunti pericoli comportati dalle vaccinazioni, preferiscono non ricorrere ai vaccini per i più piccoli. I dati non sono rassicuranti, soprattutto in riferimento agli ultimi 10 anni.

I numeri

(percentuale di bambini vaccinati contro il morbillo – dati Ministero della Salute anno 2014)

Secondo i dati forniti dalle autorità, sarebbero scese al di sotto del 95% le vaccinazioni per la poliomielite, il tetano, la difterite e l’epatite B. La percentuale si abbassa ancora di più, se consideriamo le vaccinazioni contro il morbillo nei bambini, la parotite e la rosolia: arriviamo all’86%. Su questo versante si è avuto un calo di oltre il 4% soltanto in un anno.

Il dato peggiore riguarda gli ultimi 10 anni e non è relativo soltanto ai bambini, ma coinvolge anche gli adulti. In particolare l’immunizzazione contro l’influenza si è fermata al 13,6% per tutte le fasce di età, se ci rifacciamo alla passata stagione; anche negli anziani la percentuale è rimasta al di sotto del 50%.

L’andamento dimostrato dai numeri è in controtendenza con quello che si riferisce all’inizio del millennio, visto che tra il 2000 e il 2012 le statistiche sui vaccini sono rimaste stabili. In Italia il calo record riguarda soprattutto alcune regioni, come le Marche, l’Abruzzo, la Valle d’Aosta e la Puglia.

I rischi

(percentuale di bambini vaccinati contro l’epatite B – dati Ministero della Salute anno 2014)

Gli esperti sottolineano come il rischio sia quello di incorrere nelle epidemie, perché, se non si ha la cosiddetta immunità collettiva, può aumentare il pericolo che i bambini non vaccinati si ammalino e che le patologie da anni ormai cancellate non siano più riconosciute e trattate tempestivamente.

La Società Italiana di Pediatria ha messo in evidenza che stiamo assistendo al ritorno di malattie che si credevano scomparse. Nello specifico il presidente Giovanni Corsello ha fatto riferimento alla morte di bambini per pertosse, una malattia che sta avendo una recrudescenza soprattutto nei bambini nei primi mesi di vita a causa del calo della copertura vaccinale. Il presidente dell’Aifa, l’Agenzia Italiana per il Farmaco, Sergio Pecorelli, ha affermato che i vaccini hanno salvato circa 2 milioni e mezzo di vite l’anno e che oggi c’è poca consapevolezza del rischio che si corre con la mancata vaccinazione.

Le polemiche sui pro e i contro delle vaccinazioni

A far crescere la quantità delle scelte di non vaccinare i bambini sono state anche tutte le polemiche sui pro e i contro della vaccinazione. Spesso si è discusso anche di vere e proprie bufale, che hanno portato molti genitori a scoraggiarsi e a rinunciare ai vaccini. Si è parlato anche di presunti casi di autismo legati alle vaccinazioni e i possibili rischi connessi ai vaccini hanno sempre pesato nelle campagne antimmunizzazione.

Eppure il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, ha fatto notare che è inammissibile che anche gli stessi operatori sanitari avanzino dei dubbi sui vaccini. Ricciardi ha detto che le vaccinazioni hanno un valore etico per la tutela della salute pubblica ed è importante, perciò, che gli operatori facciano comprendere ai pazienti i rischi di non vaccinarsi: bisognerebbe far capire che la mancata vaccinazione crea un rischio più alto rispetto a quello temuto per eventuali effetti collaterali.

Che cosa fare

Occorrerebbero maggiori campagne di sensibilizzazione, secondo ciò che hanno detto l’Aifa e i pediatri, e ci vorrebbe anche maggiore attenzione nell’ambito del Piano nazionale Vaccini messo a punto dalle regioni. Per questo motivo è stato disposto anche un call center nazionale, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della Salute. Il numero verde, sul quale fare affidamento, è 800.56.18.56, attivo il lunedì dalle 10 alle 18. Attraverso questo numero telefonico gratuito è possibile richiedere tutte le informazioni possibili su prevenzione e controllo. Gli esperti chiariscono che anche i medici di famiglia sono pronti a fare la loro parte, sensibilizzando i pazienti.

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