Una donna, in Francia, è stata sedata e violentata per anni da decine di uomini con la complicità del marito

Il marito la sedava con dei farmaci, poi tramite internet si metteva in contatto con altri uomini invitandoli in casa per stuprare la moglie.

Violenze sulle donne
Violenze sulle donne – Nanopress.it

Un caso di stupro in Francia, noto da mesi, sul quale emergono ulteriori dettagli grazie alle inchieste di Le Parisien e di Le Monde. Per lo stupro di una donna, adesso di 60 anni, potrebbero andare a breve a processo più di 50 persone. Il marito è accusato di aver sedato la moglie e di aver lasciato entrare in casa decine di uomini per approfittarsi della donna. Tutti i dettagli dell’inchiesta, dalla prima fase delle indagini ai video di nascosto, fino alle chat e alle riprese.

Stuprata per anni da decine di uomini: il marito complice delle violenze

Agghiaccianti i dettagli che emergono dall’inchiesta pubblicata su Le Monde, in riferimento al caso di violenze sessuali subite da una donna di Vaucluse, nel sud della Francia. Una inchiesta, condotta dal quotidiani francese su Dominique P. uomo residente a Vaucluse che avrebbe per anni sedato la moglie, rendendola incosciente – la donna ha adesso 60 anni – in modo da poter permettere ad altre persone di abusare sessualmente di lei.

Dominique si sarebbe messo in contatto con gli stupratori tramite il web, poi apriva loro la porta di casa per permettergli di abusare della moglie, alla quale venivano somministrati diversi farmaci. Nel sud della Francia potrebbe iniziare a breve il processo, sia per il marito della donna che ha subito le violenze sia per altri 51 uomini indagati.

Si parla da mesi in terra transalpina di questo caso, ma dopo le inchieste di Le Parisien prima, e adesso di Le Monde, il caso ha trovato nuovi dettagli chiave. Ci sono 350 pagine di documentazione, degli atti di inchiesta delle forze dell’ordine, tra profili di possibili stupratori e dichiarazioni dei coinvolti. Persone comuni, gente senza precedenti, scrivono i due quotidiani con sede a Parigi. Persone che si sono giustificate, come emerso dagli atti e portato alla luce dai giornali nelle loro investigazioni, con le più classiche e stucchevoli giustificazioni sullo stupro: gravità fraintesa e minimizzata.

La prima fase delle indagini: i video e le chat

L’inchiesta era iniziata però dopo la scoperta di un altro caso di violenze. Era il settembre 2020 quando sempre Dominique P. era stato interrogato dalla polizia per aver ripreso con una telecamera nascosta alcune donne nelle parti intime nei supermercati. Gli agenti gli avevano dunque sequestrato tutti i Device, pc, cellulare e hard disk in seguito a quell’episodio. L’uomo, 51 anni, venne poi arrestato per i contenuti che la polizia trovò all’interno dei dispositivi nel novembre del 2020.

La donna era stata poi raggiunta dal commissario di polizia, che le aveva chiesto alcune domande sul marito. La moglie però non parlò male, anzi, lo descrisse come un brav’uomo, con il quale aveva avuto 3 figli e con il quale si stava godendo la pensione dopo 50 anni di relazione nella loro residenza in Provenza. La moglie era a conoscenza dei filmati e del caso dei video, ma non sarebbe stata a conoscenza di quanto emerso successivamente.

Nel cellulare e nel pc del 51enne infatti gli agenti avevano trovato diverse chat, avvenute su un sito “Coco.fr” in una chat room chiamata “A son insu”, che vuol dire “A sua insaputa”. Nelle chat diversi uomini facevano riferimento a prestazioni sessuali. Quei rapporti però erano in realtà delle violenze, degli abusi, perché a venivano con le rispettive compagne, all’insaputa della donna.

Protesta contro gl abusi sessuali
Protesta contro gl abusi sessuali – Nanopress.it

Si condividevano nudi, foto delle fidanzate, delle sconosciute, altri scatti di nascosto, magari in spiaggia o per strada. Secondo Le Monde l’idea di questo scambio di foto era quello dell’esibizione senza il consenso.

La svolta nelle indagini

Furono proprio quelle chat a rappresentare la svolta pre la polizia. Gli agenti vennero a conoscenza di dinamiche andate avanti dal 2011. Per dieci lunghi anni l’uomo aveva fatto prendere alla moglie dei farmaci, sbriciolando nel cibo delle comprese di Temesta (in Italia Tavor, benzodiazepina utilizzata per l’ansia e l’insonnia). Poi il marito faceva entrare in casa le persone con cui tramite le chat si era conosciuto e aveva preso gli accordi, lasciandogli stuprare la moglie in stato di incoscienza.

Non solo, l’uomo filmava il tutto e conservava il materiale in una cartella, chiamata con il nome “abuso”. Un vero archivio del terrore, con categorie, date, nome dell’uomo che aveva stuprato la moglie. Sono stati sequestrati in tutto 128 file, mentre le violenze sulla donna in totale sarebbero state 92. Nell’elenco sono comparsi inoltre i nomi di 83 uomini, con la polizia che è riuscita a identificarne 51. Tutti sono stati arrestati dalla procura di Avignone, che ha già fatto domanda per il processo: il reato contestato è quello di stupro aggravato (In Francia tale reato è punito con 20 anni di prigione). Al processo, che potrebbe iniziare nel 2024 in primavera, ci sarebbero dunque 52 imputati, compreso il marito.

Gli interrogatori degli stupratori e la scoperta della vittima: coinvolti anche altri membri della famiglia

Lo scorso martedì dunque, Le Monde tramite un’inchiesta pubblicata sul sito del quotidiano ha reso noti alcuni interrogatori di questi presunti stupratori. I dettagli emersi fanno riferimento alla dinamica degli incontri. Dominique ha detto agli agenti che tutti gli uomini contattati erano a conoscenza della dinamica, dal filmato alla sedazione: ci si doveva lavare le mani con acqua calda per non far svegliare la donna, ci si spogliava in cucina per non dimenticare nulla in camera da letto, la macchina andava parcheggiata lontana da casa per non destare sospetti. Dunque gli uomini erano a conoscenza del fatto che la donna non era consenziente: da questo racconto, non potevano non sapere.

Tutte queste condizioni erano sempre accettate dagli stupratori della chat, mentre 3 su 10 si erano rifiutati: “Non ho usato mai la violenza perché avvenissero gli stupri, chiunque poteva lasciare la stanza quando voleva”.

La scoperta da parte della vittima è arrivata per la prima volta con la visione di quelle scioccanti immagini. La 60enne non aveva idea di quanto era successo, non conosceva quelle persone, ma da quel momento è riuscita a risalire ad alcuni comportamenti particolari degli ultimi anni della sua vita. La donna ha detto di aver visto nel 2015 un messaggio sul cellulare del marito: “Non ho ricevuto le foto” e di avere avuto moltissimi incubi, di sentirsi stanca, e di avere avuto una infiammazione alla cervice.

E’ stato uno psichiatra che aveva sentito la donna dopo che questa aveva appreso la verità a parlare di un trauma psicologico dopo la vicenda. “Alto rischio suicidario” ha detto lo specialista, mentre il medico legale ha trovato diverse malattie sessualmente trasmissibili. Gli abusi, avvenivano infatti senza protezioni, come da indicazioni del marito. Anche la salute della vittima è stata messa a repentaglio, per la lunga esposizione a malattie e farmaci, scrive il medico nella perizia.

Altri membri della famiglia sono stati coinvolti nelle trame folli del 51enne. L’uomo aveva filmato in mutande la figlia maggiore, a sua insaputa e priva di sensi, mentre aveva filmato le nuore con un cellulare nascosto in bagno. Il tutto era stato poi condiviso sulle chat. Le nipoti dell’uomo hanno raccontato di aver ricevuto richieste di spogliarsi, in cambio dell’acquisto di alcuni giocattoli, ma l’uomo dalla prigione ha parlato di “accuse disgustose”: “Sono responsabile di ciò che riguarda Françoise, l’ho detto fin dall’inizio, ma questo è troppo”.

L’inchiesta della polizia francese e le inchieste dei quotidiani parigini, hanno portato alla luce un caso disumano, che ha visto coinvolti decine di stupratori, 51 indagati di cui il più giovane di 26 anni e il più anziano di 73, tra cui militari, pompieri, infermieri, giornalisti, camionisti, lavoratori d’ufficio, di aziende, consiglieri comunali. Ma ci sono anche precari e persone in carcere per reati di violenza di genere. Un vaso di Pandora, quello scoperchiato, che rimane uno dei casi di violenza più controversi e inquietanti della storia del Paese.

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