Un crowdfunding per le aziende colpite dal terremoto in Centro Italia

Parte la raccolta fondi per aiutare alcune piccole imprese colpite dal terremoto che ha scosso il centro Italia nell’agosto del 2016. Si tratta di realtà medio piccole, quasi sempre a conduzione familiare che hanno bisogno di rimettersi in piedi e coltivare nuovi progetti di crescita. La campagna di crowdfunding dal nome ‘alleva una speranza’ sarà realizzata attraverso la piattaforma PlanBee e si svilupperà nei prossimi due anni, fino a dicembre del 2020.

Alle donazioni private si aggiungono quelle di Enel

L’iniziativa è stata presentata dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani e dal responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Massimo Bruno. Per raccontarla erano presenti anche Alessia Brandimarte, Amelia Nibi, Teresa Piccioni e Silvia Bonomi, le prime allevatrici beneficiarie del crowdfunding realizzato attraverso la piattaforma PlanBee.

Le loro aziende si trovano a Norcia (Perugia), Amatrice (Rieti), Pietralta di Valle Castellana (Teramo) e Ussita (Macerata) e sono state tutte fortemente danneggiate dalle scosse.

I progetti premiati

Teresa, Silvia, Amelia e Alessia hanno raccontato la situazione che stanno attraversando da quando, tra il 24 agosto e il 30 ottobre del 2016, una serie di fortissime scosse di terremoto ha devastato il cuore dell’Italia centrale. Da Amatrice a Norcia, da Visso alla provincia di Teramo: quei territori in cui, come tanti altri piccoli allevatori, hanno le loro aziende e le loro radici. E dove con tutte le loro forze vogliono rimanere.

”Con i fondi del crowdfunding compreremo una mungitrice mobile; abbiamo un allevamento di 400 ovini, un caseificio e 100 ettari di terra in cui coltiviamo la lenticchia di Castelluccio di Norcia. Vogliamo passare da una situazione di disperazione al rilancio della nostra attività, migliorando anche la situazione in cui eravamo”. Il racconto è di Alessia Brandimarte, che ha due figli di 6 e 2 anni e un’azienda a conduzione familiare a Norcia (Perugia).

L’azienda di Amelia Nibi, che ha 34 anni, si trova invece ad Amatrice (Rieti): ”Facciamo allevamento di bovini e ortofrutta e i nostri prodotti sono tutti biologici. Il terremoto ha reso inagibili quasi tutte le strutture, soprattutto le stalle. Ma non ci siamo arresi. Ora questo contributo può fare la differenza, solo con il vostro aiuto potremo ricomprare la stalla che ci permetterà di ricominciare”, ha concluso.

”Dobbiamo rilanciare la nostra azienda per far vivere la nostra famiglia – ha spiegato invece Teresa Piccioni, la cui azienda è nella frazione Pietralta del comune di Valle Castellana, nel Teramano – Vorremmo acquistare una mungitrice mobile, per alleviare il lavoro di mungitura delle capre che oggi è fatto a mano dai miei figli; un silos per immagazzinare il granturco affinché non si bagni e marcisca; un’altra urgenza è la trinciatrice”. Le capre allevate da Teresa sono di una razza pregiata e resistente, quella abruzzese del Teramano. E l’obiettivo dell’imprenditrice è favorire la nascita di un vero e proprio biodistretto.

Anche Silvia Bonomi ha un allevamento di straordinaria qualità, a Ussita (Macerata), nel Parco nazionale dei Monti Sibillini: quello delle pecore Sopravvisane, una razza ovina autoctona marchigiana, ormai quasi estinta. La sua azienda è diventata il perno di una rete di imprese, nata nel 2017 per diffondere questa razza, da cui si ottiene una lana grigia pregiata, conosciuta come il ”cachemire italiano” e latte di grande qualità. La sua stalla però è diventata inagibile a causa del terremoto. ”Il contributo di Alleva la speranza è fondamentale, da soli non possiamo sostenere le spese necessarie per realizzarla – ha proseguito Silvia – e d’inverno la gestione degli animali all’aperto, come siamo costretti a fare ora, diventa impossibile”.

‘Alleva la speranza’: la campagna di raccolta fondi

“L’Italia potrà tornare a raccontare al mondo la bellezza dei luoghi, storici e naturali, colpiti dal sisma del 2016, raccogliendone i benefici soltanto se avrà davvero a cuore il presente e il futuro di chi continua a viverci, curando e custodendo le tante risorse del nostro Appennino. Oggi in questi territori le imprese di allevamento e di trasformazione di prodotti di straordinaria qualità sono veri e propri presidi civili, che hanno bisogno del sostegno di tutto il Paese per continuare a vivere, insieme alle comunità di cui fanno parte”, ha detto Stefano Ciafani.

“Siamo convinti che questa raccolta fondi sia molto importante per il rilancio dei territori del nostro Paese devastati dagli eventi sismici del 2016 – ha affermato Massimo Bruno – ‘Alleva la speranza’ significa avere a cuore le problematiche e i bisogni che a distanza di due anni persistono per i cittadini delle regioni colpite. Vogliamo offrire un impegno concreto per risollevare l’economia del territorio e aiutare quindi le famiglie e soprattutto i giovani a ricostruire il loro futuro nella propria terra”.

Claudio Fiorentini, responsabile affari istituzionali del colosso energetico ha sottolineato: “Siamo da sempre presenti nel territorio abruzzese come nel resto del nostro paese. Abbiamo il dovere morale e civile di dare una mano alle aziende affinché possano intravedere un futuro per le loro attività. Per questo sin dall’inizio abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa di Legambiente e faremo la nostra parte contribuendo e rendendo più efficace anche questo impegno. “Queste quattro aziende agricole sono solo le prime realtà che abbiamo selezionato. Puntiamo ad ampliare il numero di beneficiari, fondamentale come sempre sarà l’aiuto da parte di tutti”.

In collaborazione con AdnKronos

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