Truffa dei 50 euro in taxi: attenti ai tassisti disonesti

La truffa dei 50 euro in taxi prende sempre più piede, specialmente in tempo di vacanze, quando ci spostiamo più facilmente da un posto all’altro. Bisognerebbe avere molta accortezza, ma a volte ci si ritrova quasi indifesi di fronte ad un inganno molto subdolo, di cui molti restano vittime. Il problema è che non è facile accorgersi di avere a che fare con un tassista irregolare. Magari ce ne si accorge soltanto alla fine, quando l’atto ingannevole è già stato compiuto e non si può fare più niente per tornare indietro.

Bisogna tenere gli occhi aperti e badare bene alle azioni che compiamo, perché anche semplicemente prendere un taxi può diventare una fonte di guadagno per abili truffatori e una perdita economica per noi, che in tempo di crisi dobbiamo fare bene i conti per arrivare a fine mese.

Come funziona

La trappola scatta quando il cliente si trova in fila per prendere un taxi. In attesa ci possono essere anche altre persone. All’improvviso si avvicina un’auto che sembra avere tutte le carte in regola, perfino il numero di riferimento esposto in bella vista. Ci si dovrebbe chiedere fin dall’inizio se ci sia il simbolo del Comune di appartenenza, ma spesso, presi dal caldo e dalla fretta, non ci si fa molto caso.

Accanto all’autista, di solito, c’è un’altra persona, che entrerà in gioco successivamente, quando arriva il momento più importante della truffa. Di solito questo trucco viene impiegato in delle tratte in cui ci si ritroverebbe a pagare con una banconota di 50 euro, per un importo vicino a questa cifra.

Non è detto che il tassametro sia sempre in azione. Quest’ultimo rappresenta un altro particolare a cui si dovrebbe prestare attenzione. Spesso, però, a seconda delle caratteristiche dell’autoveicolo sul quale si viene fatti salire, è difficile notare questo dettaglio. Arrivati a destinazione, il cliente scende dal taxi e paga con una banconota da 50 euro, pensando che l’importo sia sufficiente per coprire la cifra spesa per percorrere quella tratta.

A questo punto il tassista tira fuori opportunamente una banconota da 10 euro (che evidentemente tiene pronta per l’uso) e fa notare che il cliente ha dato 10 euro e non 50 euro. Interviene anche l’altra persona seduta accanto all’autista, che fa da “testimone” della situazione. L’altra persona, infatti, dice che anche lei ha visto che il cliente ha pagato con un biglietto da 10 euro. Non c’è più niente da fare: la truffa è andata in porto. Si è costretti a prendere un altro biglietto da 50 euro e a consegnarlo al tassista.

Come difendersi

Il consiglio più adatto in questo caso è quello di chiarire in maniera molto precisa anche a voce il gesto che si compie. Si può mostrare il biglietto da 50 euro, chiarendo preventivamente che si tratta effettivamente di tale banconota, chiedendo espressamente il resto. Il biglietto va sventolato con molta sicurezza, perché poi il testimone non possa intervenire dicendo che si è pagato con 10 euro. Altri particolari che possono indurre a tenere gli occhi bene aperti sono costituiti dai documenti che dovrebbero essere sempre in bella vista al cliente, ma che, sui taxi abusivi, spesso non vengono mostrati.

Photo credit: zak mc

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