Truffa alla gara di bocce: in carcere un dirigente

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Una storia tragicomica che sembra uscita da una trama di un film grottesco: una gara di bocce è stata infatti sabotata da una telefonata truffa che ha portato una squadra a presentarsi in ritardo al match, perdendo a tavolino e non potendo così accedere alla finalissima. Si è poi scoperto che la telefonata era stata effettuata dal dirigente degli avversari, che si era finto un addetto federale. Naturalmente non solo la giustizia sportiva, ma anche quella penale si è messa all’opera e ha portato a una denuncia per sostituzione di persona. La magistratura si è poi espressa andando a condannare a 30 giorni di carcere il responsabile.

Ci sono fondamenta che sembrano non reggere più come ad esempio il doping nel golf e negli scacchi così come i comportamenti illeciti nelle bocce. Sì, proprio in quel gioco così popolare tra gli anziani nei circoli ricreativi, che però ha un movimento assai attivo con tanti giovani e valorosi giocatori. Ebbene, il fattaccio è avvenuto nelle Marche, più precisamente nella provincia di Macerata, e ha portato addirittura a una denuncia per sostituzione di persona con tanto di carcere per 30 giorni per il colpevole che è stato pizzicato. In realtà, il fatto risale a ben sei anni fa, ma solo ora la magistratura ha potuto fare il suo corso e arrivare a una sentenza definitiva.

Un mese di prigione, dunque, per il dirigente che si era finto dirigente federale per far sì che i tesserati della Associazione Sangiustese F.C. arrivassero in ritardo al match al bocciodromo Monte San Giusto contro il Castelraimondo, nella semifinale del torneo. Il 4 febbraio 2010 fu una telefonata a mettere a segno il piano diabolico che portò a una sconfitta a tavolino e accesso diretto in finale ai ragazzi del dirigente truffatore. Ora si attende la decisione del diretto interessato, che ha ancora il diritto di ricorrere in appello.

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