Thailandia, uomo insulta il cane del re: ora rischia 37 anni di carcere

Uomo rischia carcere per aver insultato cane del re

Un uomo ha insultato il cane del re e ora rischia 37 anni di carcere. E’ successo in Thailandia, dove la monarchia non ammette di insultare il sovrano e la famiglia reale, di cui, a quanto pare, fa parte anche l’amico a quattro zampe. La pena prevista è appunto quella della reclusione.

L’uomo che ha avuto l’ardire di offendere un membro della famiglia reale si chiama Thanakorn Siripaiboon, 27enne thailandese: il suo tragico errore è stato quello di pubblicare sul suo profilo Facebook un post, peraltro a sfondo satirico, sul cane di Bhumibol Adulyadej, Tongdaeng.

Di fatto non si è trattato nemmeno di un vero e proprio insulto all’animale, come ha spiegato l’avvocato di Thanakorn: ‘Era un post che includeva tre foto con un messaggio satirico sul cane’.

Eppure pare che per l’uomo non siano previste attenuanti: la sua condanna potrebbe raggiungere addirittura i 37 anni di reclusione.

Il legale ha poi aggiunto: ‘Non avrei mai immaginato che la legge sarebbe stata utilizzata anche per il cane reale, è una sciocchezza’.

In realtà per comprendere fino in fondo la vicenda è importante sottolineare alcuni punti.

Innanzitutto, il cane reale è un meticcio, trovato per strada e voluto fortemente dal re. Il sovrano si è subito affezionato all’animale, tanto da ispirargli la scrittura di un libro (pubblicato nel 2002) e da accettare la realizzazione di un film d’animazione, uscito a inizio dicembre, intitolato ‘Khun Tongdaeng: The Inspiration’. La pellicola è subito salita in vetta alla classifica dei film più visti nel Paese.

Il sovrano ha preso spesso il suo cane come esempio di fedeltà e dedizione, una sorta di modello di civiltà per i thailandesi.

Inoltre, la vicenda riporta l’attenzione sull’escalation di pene severe, rivolte a tutti coloro che criticano il re del Paese e i suoi familiari.

Thanakorn Siripaiboon infatti non è l’unico ad essere sotto processo per oltraggio alla famiglia reale, anche l’ambasciatore americano a Bangkok è sotto inchiesta con lo stesso capo d’accusa, dopo un discorso pronunciato il mese scorso, in cui ha manifestato i suoi timori a proposito delle pene inflitte.

Tali provvedimenti sono stati presi e approvati ufficialmente dal re, a seguito del colpo di stato militare, avvenuto in Thailandia. Era stato annunciato in diretta televisiva, lo scorso 22 maggio, da allora, tutte le radio e televisioni locali sono state censurate e diffondo esclusivamente messaggi dell’esercito. Anche la Cnn e Bbc sono state oscurate.

Un fatto dunque, quello degli insulti al cane, apparentemente banale, ma che calato in uno scenario sociale e politico come quello descritto, acquisisce tutto un’altro significato.

Impostazioni privacy