Terrorismo, fermati due fratelli in Belgio: erano sospettati di preparare attentati

Controlli di sicurezza all'aeroporto di Anversa, in Belgio

La polizia ha arrestato due uomini sospettati di progettare attentati in Belgio. I procuratori federali locali hanno spiegato che si tratta di due fratelli, Nourredine H. di 33 anni e Hamza H., che sembra stessero pianificando un imminente attacco. Gli agenti della polizia hanno prima svolto delle perquisizioni domiciliari in sette abitazioni nella regione di Mons e una a Liegi, ma non sono stati trovati né armi né esplosivi.

Nella giornata di sabato 30 luglio dovranno comparire davanti al giudice che deciderà se confermare il fermo e trattenerli in custodia oltre le 24 ore o rilasciarli. “Sulla base degli esiti delle indagini sembra che stessero pianificando un attacco da qualche parte in Belgio“, ha detto la procura federale in una nota stampa. Per il momento non emergono legami con gli attacchi all’aeroporto di Bruxelles e alla metropolitana del 22 marzo scorso in cui sono morte 32 persone.

Il Belgio, e nella città di Bruxelles, sede di istituzioni dell’Unione europea e della Nato, è ancora attivo un livello di allerta di sicurezza a livello tre su un massimo di quattro che segnala una minaccia come “possibile o probabile“.

Intanto a Saint-Etienne-du-Rouvray, Mohammed Karabila, presidente del consiglio regionale islamico della Normandia e direttore della moschea Yahya ha negato la sepoltura ad Adel Kermiche, il 19enne attentatore autore dell’attacco del 27 luglio scorso in cui fu sgozzato un prete.

Non vogliamo macchiare l’Islam con quella persona” ha fatto sapere, ”Quello che ha fatto questo giovane è sporco. Noi non parteciperemo alla toilette mortuaria o alla sepoltura, in caso venga chiesto dalla famiglia” ha spiegato Karabila. E la decisione annunciata, è condivisa dai musulmani che frequentano la moschea: ”Quello che ha fatto questo giovane è terribile, non fa più parte della nostra comunità” il sentimento comune. E per la famiglia di Kermiche non sarà facile nemmeno ottenere il permesso per la sepoltura.

Intanto, a tre giorni dall’assassinio di padre Jacques Hamel, sgozzato nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray vicino Rouen, un 19enne è stato incriminato perché sospettato di essere complice dei due killer. Il giovane era stato fermato il giorno prima dell’attentato: a casa sua gli inquirenti hanno trovato un telefono su cui era salvato il video di uno dei due killer, Abdel Malik Petitjean, mentre prestava giuramento di fedeltà all’Isis ed evocava ”un’azione violenta”.

Intanto giunge notizia che è stata smantellata in Tunisia una cellula terroristica jihadista che intendeva compiere attentati in diversi edifici ufficiali della capitale. Lo riferisce il portavoce del ministero dell’Interno tunisino, Sufyan Selliti, spiegando che le persone arrestate sono cinque. Fra gli obiettivi della cellula c’erano le sedi di ministero dell’Interno, Banca centrale di Tunisia e radio televisione nazionale. Il giudice antiterrorismo ha emesso oggi un ordine d’arresto contro i cinque, mentre altre due persone sono state rimesse in libertà dopo il primo interrogatorio.

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