Terremoto, la bufala della magnituto falsata dall’Ingv

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Sul web si sta diffondendo una bufala secondo cui l’Istituto Nazionale di Geofisica avrebbe falsato il dato sulla magnitudo del terremoto in Centro Italia per non far pagare i danni allo Stato. Insomma i complottisti del web sono in agguato e sostengono che il Governo abbia fatto pressioni sull’Ingv per evitare di sborsare soldi da indirizzare ai luoghi colpiti dalla forte scossa dello scorso 24 agosto.

La bufala parte da lontano ed era già diffusa in passato in occasione del terremoto in Emilia.
“I giornali stranieri parlano di magnitudo 6.2”, scrive un utente su Twitter e aggiunge, “per la legge Monti se non supera 6.1 lo Stato non paga i danni”.

Lo stesso quotidiano La Stampa fa notare come la norma cui fa riferimento chi diffonde la bufala è il decreto legge n. 59 del 15 maggio 2012 in cui non si parla in nessuno degli articoli di esclusione di un intervento statale dipendente dalla magnitudo del terremoto. L’articolo 2 del decreto recita: “Al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali” si esclude “l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati”.
Un articolo poi cancellato con la n.100 del 12 luglio 2012 che convertiva in norma il decreto legge.

Per quanto concerne la magnitudo, il problema era già sorto con il terremoto dell’Aquila. Il risarcimento per i danni di un terremoto però è completamente slegato al valore della magnitudo e dipendente dall’intensità, valore legato alla Scala Mercalli e non alla Richter.

Anche Enrico Mentana denuncia la falsa notizia diffusa. Il noto giornalista scrive su Facebook: “Qualcuno ora salterà su: non è vero che è una bufala! Lo è, ve l’assicuro, ed è pure peggio. Emerge infatti periodicamente dopo ogni sisma”. Un comportamento che Mentana non è intenzionato ad assolvere: “Nelle prime ore di una tragedia che ha cancellato centinaia di vite umane c’è gente che invece di prendere a cuore la sorte di un pezzo del paese pensa bene di avvelenare i pozzi, confezionando bufale che creano sconcerto, diffidenza, avversione, sfiducia e odio sociale, nel momento che dovrebbe essere della solidarietà”.
Il giornalista definisce come una sorta di ‘virus’ la diffusione delle false notizie che, sottolinea, “fanno male a tutti, nel momento in cui un intero paese vive ore difficili”.

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