Terremoto a L’Aquila nel 2009, Selvaggi: ‘Non mi sono mai sentito colpevole di omicidio’

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La Corte di Appello dell’Aquila ha assolto tutti e sette i componenti della Commissione Grandi Rischi che erano accusati di non aver avvertito in modo adeguato i residenti in vista del terremoto del 2009, che uccise più di 300 persone. Il tribunale dell’Aquila ha ribaltato la sentenza di primo grado, nella quale i sette imputati erano stati condannati.

Rispetto il dolore dei familiari delle vittime del terremoto che in aula hanno gridato ‘vergogna’ alla lettura della sentenza di assoluzione. Pensano di subire un’ingiustizia e c’è profonda umanità nella loro reazione. In primo grado ero stato condannato a sei anni per aver provocato la morte dei loro cari, ma non mi sono mai sentito colpevole di omicidio“. Così Giulio Selvaggi, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ed ex direttore del Centro nazionale terremoti, ha commentato, in un’intervista a La Stampa, la sentenza di assoluzione arrivata in Appello nell’ambito del processo alla Commissione grandi rischi. “Una responsabilità della tragedia avvenuta c’è – aggiunge – ma non è la mia“.

Adesso ci sarà molto da riflettere su quella condanna in primo grado – continua lo scienziato -, perché quella sentenza diceva cose pesantissime, che non possono essere dimenticate e che vanno analizzate in profondità. Non possono esserci rimozioni“. Con i familiari delle vittime del terremoto del 2009 dice di avere “un rapporto troppo diretto per entrare nella sofferenza che stanno vivendo. Il loro dolore per una giustizia che ritengono negata attiene a una sfera privata, intima, Il rispetto è massimo“. E del processo, che definisce “un tunnel personale” che “ti cambia per sempre la vita“, dice che “questa vicenda ci impone una riflessione sul rapporto tra la scienza e una società che avrà sempre più a che fare con problemi di rischio” perché “stiamo andando incontro a rischi crescenti“.

Selvaggi sottolinea di aver ribadito, nelle dichiarazioni spontanee, che un sismologo deve “mettersi a disposizione della società per aiutare a capire cosa succede. Ma non in un’ottica di previsione nel breve termine. Noi possiamo calcolare quale sia il livello di pericolosità di una certa area. Con questa convinzione sono andato nella riunione del 31 marzo del 2009, e ci riandrei oggi. Ma se un’area è pericolosa, non lo è oggi o domani, lo è sempre, a prescindere da una sequenza sismica“. “E’ risaputo che le scosse di terremoto non possono essere previste – conclude il sismologo -. Dopo ogni evento ci sono sempre le scosse successive di assestamenti ma non prevedibili quanto ad intensità. Quindi non possiamo fare previsioni per il futuro. Esiste una casistica importante per le scosse singole ma arrivare a prevedere tali fenomeni è impossibile“.


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