Strage Samarate, il giudice: “Alessandro Maya voleva sterminare tutta la famiglia”

È questa la conclusione a cui è giunta la Corte d’Assise di Busto Arstizio che il 21 luglio scorso ha condannato alla pena dell’ergastolo Alessandro Maya.

Alessandro Maya
Alessandro Maya – Nanopress.it

Nel luglio dello scorso anno, il geometra di Samarate ha ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia e ha tentato di uccidere il figlio Nicolò, rimasto per molti mesi in sedia a rotelle. Secondo i giudici Alessandro Maya avrebbe voluto sterminare tutta la famiglia, compreso se stesso, e l’aver commesso il duplice delitto nella casa di famiglia rende il fatto ancora più “esecrabile”.

Alessandro Maya voleva sterminare l’intera famiglia

Voleva eliminare tutti gli elementi della sua famiglia, forse anche se stesso il geometra 58enne – Alessandro Maya – che nella notte tra il 3 e il 4 maggio dello scorso anno uccise a martellate la figlia 16enne, Giulia, e la moglie, Stefania Pivetta.

Sono queste le conclusioni a cui sono giunti i giudici della Corte d’Assise di Busto Arstizio che lo scorso luglio lo hanno condannato all’ergastolo. L’unico a sopravvivere allo sterminio della famiglia è stato il figlio maggiore del killer, Nicolò Maya, che per molti mesi è rimasto in sedia a rotelle, per via delle conseguenze fisiche della brutale aggressione del padre.

Il 58enne, geometra di professione ma architetto per molti (pare che Maya si spacciasse per architetto, come riporta La Prealpina), commise i due omicidi nella casa di famiglia, in via Torino, a Samarate. Il fatto di aver agito tra le mura domestiche viene considerato particolarmente esecrabile.

Capace di intendere e di volere

Nessun dubbio sulla capacità dell’imputato di intendere e di volere. Pare che Maya temesse dei problemi economici che in realtà non esistevano. Non solo, “pur disponendo di beni immobili e di liquidità consistente, come affermato dall’amministratore di sostegno, Maya non ha mai offerto alcun risarcimento a sostegno delle lunghe e costose cure che il figlio ha affrontato e ancora dovrà affrontare”, si legge nelle oltre 30 pagine della sentenza.

Niccolò Maja
Niccolò Maja-Nanopress.it

Il geometra aveva maturato molta rabbia nei confronti della moglie Stefania, che da circa 10 anni si rifiutava di avere rapporti sessuali con il marito. I giudici hanno infine escluso l’aggravante della crudeltà (nel senso giuridico del termine) perché Maya non avrebbe compiuto nessun atto ulteriore per prolungare la sofferenza della moglie e della figlia.

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