Strage nella redazione del Capital Gazette, uccisi 5 giornalisti

[didascalia fornitore=”altro”]Jarrod Ramos[/didascalia]

E’ entrato in redazione per fare una strage e l’ha fatta: nella sparatoria sono morti cinque giornalisti del Capital Gazette di Annapolis (Maryland, costa est degli USA). Jarrod Ramos, l’attentatore 38enne, ha ferito anche altre due persone. Con sé aveva pure dell’esplosivo che fortunatamente non è riuscito a far detonare.

Da molestatore ad assassino: Ramos ce l’aveva a morte con la redazione, che anni fa aveva pubblicato un articolo su un caso di molestie che lo vedeva protagonista. Ramos, che è un ingegnere informatico, aveva già minacciato la redazione e aveva fatto due cause legali per diffamazione e violazione della privacy, entrambe cadute nel vuoto per non luogo a procedere.

Nel 2009 l’uomo aveva riallacciato i rapporti con una ex compagna di scuola ed aveva preso a tempestarla di email dai toni insistenti e violenti. La ragazza lo aveva denunciato per molestie. La denuncia sortì però l’effetto opposto: invece di calmarsi Ramos inizio a scrivere messaggi anche al datore di lavoro della ragazza, chiedendone il licenziamento. Un giudice condannò dunque Ramos a 90 giorni di galera, pena sospesa a patto che si tenesse a distanza dall’ex compagna e che smettesse di scriverle. E il Capital Gazzette raccontò la storia.

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Torniamo sulla scena del crimine: i soccorsi sono stati chiamati dai redattori e sono giunti nel giro di un minuto. Ma 4 cronisti erano già stati freddati, il quinto è morto in ospedale.
“Non c’è nulla di più terrificante che sentire tante persone venire raggiunte dai colpi mentre si è sotto la scrivania e si sente l’attentatore che ricarica l’arma”, ha twittato il cronista di nera Phil Davis.

Oggi il quotidiano è andato regolarmente in edicola, con un focus sui nomi delle vittime e sulle loro storie. I caduti sono la freelance Wendy Winters, il cronista sportivo John McNamara, la neoassunta Rebecca Smith, Rob Hiaasen e l’editorialista Gerald Fisherman. “Yes, we’re putting out a damn paper tomorrow”, traduzione: “Sì, stiamo mettendo giù una diavolo di edizione per domani”. Così ha twittato la redazione per rassicurare i lettori.

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“Non vedo l’ora che le squadre di vigilantes comincino a sparare ai giornalisti sul posto”. Mai una frase avrebbe potuto essere maggiormente improvvida: queste sono le parole pronunciate due giorni fa da Milo Yannopoulos, ideologo di destra ed ex caporedattore della rivista Breitbart dell’ex consigliere di Trump Steve Bannon. Ma dopo la strage di Annapolis, Yannopoulos ha fatto marcia indietro su Facebook precisando che il suo era un auspicio “non serio”.

Le autorità hanno rafforzato la vigilanza attorno a diverse testate.

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