Strage a Nizza: intervista a Helene, testimone dell’attacco terroristico

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Helene è una ragazza di 29 anni che lavora a Marsiglia come impiegata. Ieri sera era a Nizza insieme a un’amica per godersi le celebrazioni del 14 luglio, l’anniversario della Presa della Bastiglia. La Promenade des Anglais in un istante si è trasformata da luogo di festa nel luogo di una delle più gravi tragedie che abbiano colpito l’Occidente. Helene ha vissuto un’esperienza terribile e ha accettato di condividerla con noi. Ecco la sua testimonianza.

Come ti senti adesso?
Ora sto bene, anche se non credo di avere davvero realizzato cosa sia successo ieri sera. Adesso mi trovo vicino a Montecarlo e sono insieme a un’amica. Stiamo entrambe bene.

Come hai vissuto gli eventi di ieri sera?
Ero insieme a un’amica. Il lungomare di Nizza era affollatissimo. Ci siamo godute lo spettacolo dei fuochi d’artificio, poi ci siamo incamminate verso il centro storico della città per prendere un gelato. Lì improvvisamente tanta gente ha iniziato a correre da tutte le parti urlando, ma sul momento non siamo riuscite a capire cosa stesse accadendo. La gente correva in senso contrario al nostro. Non avevamo ancora inquadrato bene la situazione, ma abbiamo deciso di unirci alla folla e ci siamo messe a correre anche noi. Ad un certo punto siamo arrivate sulla Promenade che in quel momento era vuota, ma c’erano tante macchine della polizia e dei vigili del fuoco. La polizia ci ha detto di allontanarci perché la zona non era sicura, ma non ha specificato il motivo. Ho chiesto informazioni a un poliziotto, ma non ha voluto dirci nulla. Quando eravamo pronte ad andarcene, un altro poliziotto ci ha urlato di metterci al riparo quindi abbiamo iniziato a correre e siamo entrate nel ristorante più vicino. Il proprietario ci ha fatto entrare e ci ha detto di raggiungere le cucine, dove c’era l’uscita di sicurezza. In quella cucina ci siamo strette fra altre sessanta persone di tutte le nazionalità. Non pensavamo minimamente che si potesse trattare di un attentato terroristico. Siamo rimaste lì per più di un’ora finché il proprietario non ci ha informato che la polizia aveva dichiarato che la zona era ormai sicura, così siamo usciti tutti dal retro su una piazza alle spalle della Promenade. Io e la mia amica siamo tornate all’hotel e solo accendendo la televisione abbiamo capito l’enormità di quanto fosse accaduto. All’interno del ristorante le informazioni erano confuse: si parlava di ostaggi, feriti, morti, ma nulla di chiaro. Io ho deciso che volevo e dovevo mantenere la calma.

Avete visto il camion?
L’abbiamo visto in lontananza quando abbiamo raggiunto la Promenade.

Com’era Nizza stamattina?
Era una città morta, dalle strade deserte. Stamattina abbiamo preso il treno per Montecarlo. Alla stazione c’era tanta gente che stava acquistando un biglietto per andare via il prima possibile.

Dopo i fatti del Bataclan hai sentito un’aria differente in Francia?
No, non ho percepito alcun cambiamento, ma forse anche perché vivo a Marsiglia. La gente continua a vivere la vita di sempre. Dopo i fatti del Bataclan ho visitato Parigi un paio di volte, ma per me è la stessa città di sempre.
Pensavo che potesse succedere qualche incidente durante gli Europei di calcio. Ma non adesso, e non a Nizza.

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