Stefano Cucchi, il carabiniere Francesco Tedesco ammette il pestaggio e accusa i colleghi

Colpo di scena al processo per la morte di Stefano Cucchi: c’è una crepa nel muro di omertà che finora ha impedito di accertare come fosse finita la vita del giovane preso in custodia dallo Stato e restituito cadavere alla famiglia. A inizio udienza del processo che vede imputati cinque carabinieri per la morte di Stefano Cucchi, il carabiniere Francesco Tedesco ha ammesso che ci sia stato il brutale pestaggio e ha chiamato in causa i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo.

Il pm Giovanni Musarò ha reso nota un’attività integrativa di indagine poiché uno degli imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte. E non solo: Tedesco ha accusato alcuni suoi colleghi per il pestaggio. L’annotazione di servizio in cui Tedesco denunciava il fatto era sparita.

Dopo l’arresto, secondo quanto dichiarato da Tedesco, Cucchi avrebbe rifiutato di collaborare alla perquisizione e di sottoporsi al fotosegnalamento. Così sarebbe iniziato il pestaggio: “Cucchi e Di Bernardo – ha raccontato Tedesco – ricominciarono a discutere e iniziarono a insultarsi, per cui Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con un schiaffo violento in pieno volto. Allora D’Alessandro diede un forte calcio a Cucchi con la punta del piede all’altezza dell’ano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: ‘Basta, finitela, che cazzo fate, non vi permettete’. Ma Di Bernardo proseguì nell’azione spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbatté anche la testa. Fu un’azione combinata. Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro – prosegue Tedesco – poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo, in senso contrario, che gli fece perdere l’equilibrio provocando una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di aver sentito il rumore. Nel frattempo mi alzai, spinsi Di Bernardo ma prima che potessi intervenire D’Alessandro colpì con un calcio in faccia (o in testa) Cucchi mentre era sdraiato in terra”.

Le accuse: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco sono imputati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, Roberto Mandolini è accusato di calunnia e falso, Vincenzo Nicolardi di calunnia.

“Il 20 giugno 2018 – ha detto il pm – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio. In sintesi [Tedesco] ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che “è stata redatta una notazione di servizio che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.

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