Sri Lanka, incendio su una portacontainer: si teme disastro ambientale

Una nave mercantile che trasporta tonnellate di sostanze chimiche sta affondando al largo della costa occidentale dello Sri Lanka: si teme uno dei disastri ambientali più gravi di sempre.

Prodotti chimici sversati in mare

La MV X-Press Pearl, un mercantile lungo 186 metri, immatricolato a Singapore e diretto in India, trasportava 1.486 container, tra cui 25 tonnellate di acido nitrico, insieme ad altri prodotti chimici e cosmetici. La portacontainer era ancorata al largo della costa occidentale dell’isola quando è scoppiato un incendio.

I soccorsi sono stati attivati prontamente nel tentativo di spegnere le fiamme e scongiurare il pericolo ma i container carichi di sostanze chimiche sono caduti in acqua provocando un terribile disastro ambientale.

Tonnellate di pellet di plastica hanno inondato la costa dell’isola e le zone di pesca, fondamentali per l’economia locale, creando una delle più grandi crisi ambientali degli ultimi decenni, secondo quanto affermano gli esperti. «La nave sta affondando. La società di salvataggio coinvolta sta cercando di rimorchiare la nave in alto mare prima che affondi per ridurre al minimo l’inquinamento marino, ma la parte posteriore della nave è andata alla deriva», ha detto alla BBC il portavoce della Marina dello Sri Lanka, il capitano Indika Silva.

Sri Lanka: disastro ambientale, a rischio economia e turismo

Il tratto costiero vicino alla città di Negombo, sede di alcune delle spiagge più belle e incontaminate dello Sril lanka, è già stato contaminato da petrolio e detriti che si stanno accumulando ormai da giorni. Nel frattempo, il ministro della pesca ha sospeso l’ingresso delle navi dalla laguna di Negombo e la pesca da Panadura a Negombo con effetto immediato.

Il ministro ha anche affermato che sono state prese misure di prevenzione di emergenza per proteggere la laguna e le aree circostanti per contenere i danni da eventuali detriti o in caso di fuoriuscita di petrolio.

A rischio migliaia di specie animali, tra cui pesci, uccelli e tartarughe, oltre che costituire un gravissimo danno per l’economia e il turismo locale.

Mesi dopo il disastro ambientale in Kamchatka, un altro ecosistema rischia di rovinarsi per sempre.

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