Siria, strage di bambini nella Ghouta orientale dopo raid aereo: morti 15 bimbi e 2 donne

raid aerei nella Ghouta orientale

[didascalia fornitore=”ansa”]Le macerie nella Ghouta est dopo i raid aerei[/didascalia]

Ennesima strage di bambini in Siria dove la guerra non accenna a fermarsi. Secondo quanto riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, 15 bimbi e 2 donne sono morti dopo un raid aereo da parte dell’esercito di Bashar Al-Assad che ha colpito una scuola rifugio ad Arbin, una delle località assediata dalle forze governative nella Ghouta orientale. Nessuna tregua dunque ha fermato i bombardamenti sulla zona a est di Damasco: la Ong ha precisato che a colpire la scuola, dove si erano rifugiati donne e bambini, sarebbero stati tre missili sparati da un jet militare non identificato.

Intanto continua la fuga dai territori sotto assedio. Secondo l’osservatorio, circa 80mila persone hanno lasciato la regione attraversando il valico di Wafidin controllato dalle forze russe e da quelle governative siriane, mentre l’Onu denuncia che nella zona ci sono ancora centinaia di migliaia di persone, bambini, donne e civili con urgente bisogno di aiuto umanitario.

[twitter code=”https://twitter.com/SyriaCivilDefe/status/976016425818222592″]

Mentre a est di Damasco infuriano i bombardamenti, Assad ha fatto visita ai reparti dell’esercito governativo nell’offensiva per la riconquista della Ghouta orientale, ultimo bastione delle forze ribelli: il presidente siriano si è mostrato in auto in giro per le strade, ricevendo le ovazioni dei militari.

Bashar Al Assad visita le truppe siriane nella Ghouta orientale

[didascalia fornitore=”ansa”]Bashar Al Assad visita le truppe siriane nella Ghouta orientale[/didascalia]

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dall’inizio dell’offensiva nella Ghouta est lo scorso 18 febbraio, si conterebbero 1400 morti tra i civili, dei quali più di 280 bambini.

Non bastasse, nei territori siriani si sta vivendo un’altra enorme crisi umanitaria, questa volta a nord nell’enclave curda di Afrin. Dopo aver combattuto contro i terroristi dell’Isis, sono infatti i curdi i bersagli dell’esercito turco di Recep Tayyip Erdogan che, con l’aiuto dei ribelli dell’Esercito libero siriano (Els), ha preso il controllo del territorio curdo.

Civili in fuga da Afrin

[didascalia fornitore=”ansa”]Civili in fuga da Afrin[/didascalia]

Fonti locali parlano di un vero e proprio esodo di massa, con le truppe dell’Ypg, le Unità di protezione popolare curde, che stanno procedendo a evacuare la città: circa 250mila persone stanno lasciando con ogni mezzo Afrin, 200mila persone sono senza cibo e acqua, ancora intrappolate nella città sotto assedio dalle forze turche.

Impostazioni privacy