Sicilia, arrestato Fabrizio La Gaipa: si era candidato con i 5 Stelle e inneggiava all’onestà

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Fabrizio La Gaipa, uno dei candidati con il Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali siciliane, è stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione. Se le accuse del pm fossero dimostrate in sede processuale, significherebbe che anche i grillini, senza saperlo, avevano tra le loro fila un impresentabile. Anche perché lui, La Gaipa, aveva fatto dell’onestà il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale.
La Gaipa, 42 anni, è un imprenditore alberghiero di Agrigento. Possiede un hotel di lusso, il “Costazzurra Museum&Spa”, ed è stato presidente del Consorzio turistico Valle dei Templi.
Amante dell’arte, dell’architettura e del cinema, ha deciso di tentare l’avventura politica candidandosi alle regionali siciliane nella lista di Giancarlo Cancelleri, il candidato governatore dei 5 Stelle uscito poi sconfitto dalle urne da Nello Musumeci.

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La Gaipa amava inneggiare all’onestà. Da una parte c’erano lui, i candidati 5 Stelle e i cittadini onesti, dall’altra il resto del mondo. «Mi pare evidente che in queste elezioni si combatta una battaglia in cui da una parte ci sono i cittadini e dall’altra la vecchia politica che ci ha portato alla situazione insostenibile in cui siamo», aveva dichiarato durante un comizio, aggiungendo che «l’unico alleato del Movimento 5 Stelle sono i cittadini onesti e liberi».

Non si era fatto mancare il selfie con i leader del M5S, Alessandro Di Battista e il candidato premier Luigi Di Maio. Foto pubblicate poi sul suo profilo Facebook.

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La Gaipa alla fine non è riuscito a conquistare l’Assemblea regionale siciliana, risultando il primo dei non eletti nel collegio di Agrigento. Con il senno di poi meglio così per i 5 Stelle, che non hanno dovuto subire l’imbarazzo come successo al centrodestra per l’arresto del neoeletto Cateno De Luca.

È successo, infatti, che La Gaipa è stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione ai danni di alcuni dipendenti. Secondo la procura, l’imprenditore, ora agli arresti domiciliari, avrebbe commesso illeciti nelle dichiarazioni al fisco e costretto alcuni lavoratori a firmare buste paga false.

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