Si finge uomo e fa sesso con l’amica: condannata per stupro e frode

giudice

Si è finta uomo e ha fatto sesso con un’amica, usando un pene finto. Gayle Newland, 27 anni, è stata condannata a sei anni e mezzo di prigione per stupro e frode in quella che il giudice David Stockdale di Manchester, ha definito una vicenda dove “la realtà supera la fantasia“. La donna è stata condotta in carcere: secondo quanto riporta il Guardian, la Manchester Crown Court l’aveva riconosciuta colpevole di tre aggressioni sessuali lo scorso mese, confermando la condanna a 8 anni per fatti avvenuti nel 2015. Anche in quel caso si sarebbe finta un uomo e avrebbe penetrato le sue vittime con un sex toys senza il loro consenso.

L’ultima condanna per Gayle Newland è arrivata a seguito della denuncia di una sua amica, di cui non sono state divulgate le generalità. Tutto sarebbe iniziato online, con un finto profilo Facebook in cui la 27enne si fingeva un uomo, mezzo filippino e mezzo latino, di nome Kye Fortune, usando foto e video di un utente statunitense.

Una volta contattate online, sono cominciate lunghe telefonate amichevoli e piacevoli, instaurando un rapporto di fiducia con le sue vittime, tutte intorno ai 20 anni. Al momento degli incontri dal vivo, le aveva convinte a bendarsi, raccontando di avere problemi a gestire le relazioni.

Secondo quanto riportato dal Telegraph, all’ultimo processo la vittima ha raccontato di aver passato “centinaia” di ore a “parlare al telefono con Kye” che le avrebbe raccontato di essere “emotivamente vulnerabile” perché “in cura per un tumore e paranoico sul suo aspetto fisico“.

La giovane ha svelato di aver avuto la benda sugli occhi in tutti i loro incontri, 15 in totale tra gite in auto, serate davanti alle tv e gli atti sessuali che sarebbero avvenuti senza che lei sapesse di andare a letto con una donna. “Nella sua testimonianza la giovane ha dichiarato che l’incubo ancora persiste, come la sfiducia e le paure”, ha aggiunto il giudice del caso, citato dal Telegraph.

Gayle Newland era già stata riconosciuta colpevole di violenza sessuale nei confronti di tre donne, sempre sui 20 anni, ingannate e poi violentate con un pene finto sempre sotto le sembianze di uomo: sarebbe riuscita a continuare nel suo “giochetto perverso” per due anni grazie a una decina di finti profili social che usava per contattare le sue vittime.

Secondo quanto riporta il Guardian, nel corso del precedente processo le era stata diagnosticata la disforia di genere, condizione per cui si crea disagio e sofferenza a causa della mancata corrispondenza tra il sesso biologico e l’identità di genere.

Inutile la difesa della 27enne secondo cui il sesso era consenziente e anzi richiesto da parte delle partner perché in lotta con la loro omosessualità non dichiarata.

Nella sua sentenza, il giudice Stockdale ha riconosciuto i suoi problemi, riducendole la pena, ma ha deciso di condannarla perché non avrebbe mai mostrato rimorso. “La vittima non ha acconsentito alla penetrazione perché è stata ottenuta con una frode“, ha aggiunto il magistrato.

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