Santa Lucia, la storia: origine e riti magici

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Martire cristiana tra le più venerate, Santa Lucia, alla cui storia sono legate tradizioni dall’origine assai affascinante, si festeggia, com’è noto, il 13 dicembre, data che corrisponde alla sua morte avvenuta nel 304 durante le persecuzioni di Diocleziano. Nonostante le scienze astronomiche c’insegnino che il solstizio d’inverno si verifica tra il 21 e il 22 dicembre, secondo la tradizione popolare (famoso, a tal proposito, il detto ‘Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia’) il giorno in cui si celebra la protettrice della vista corrisponde al più corto dell’anno, a quello, cioè, in cui il sole tramonta prima. E’ il ‘giorno della Santa della Luce’, una giovane martire siciliana che, narra la leggenda, preferì morire piuttosto che sposare un pagano: la storia di Santa Lucia, infatti, si lega inevitabilmente alle persecuzioni che, tra la fine del III e i primi del IV secolo, portarono alla morte tantissimi cristiani. Un contesto storico e sociale molto difficile per i cristiani dell’epoca, che influì sulla vita di questa giovane donna, consacrandola tra le martiri più popolari e venerate della religione cattolica. Ma qual è la storia (vera) di Santa Lucia? Eccola brevemente, dalle origini ai riti magici che tra mito e realtà ne accompagnano ancora oggi le celebrazioni.

Santa Lucia, la storia della martire di Siracusa

La storia di Santa Lucia si snoda dunque tra leggenda e realtà: secondo la tradizione, infatti – per lo più di tratta di racconti di epoca normanna della cui veridicità non si hanno conferme documentate – Lucia (nata nel 283 a Siracusa) proveniva da una famiglia benestante e, promessa in sposa ad un giovane siracusano, era destinata ad un futuro sereno come moglie e come madre. Un giorno, per aiutare la mamma malata da anni, Lucia si reca a Catania per pregare sulla tomba di Sant’Agata la quale, apparendole in visione, le chiede di dedicare la sua vita ai poveri e ai più deboli. Tornata a Siracusa, e trovata la madre guarita, Lucia rompe il fidanzamento e decide di dedicarsi ai cristiani costretti a vivere nelle catacombe. Ma il promesso sposo, non comprendendo la scelta della donna, decide di vendicarsi e denuncia Lucia con l’accusa di essere cristiana.

Il martirio e il miracolo degli occhi

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Ma la giovane non rinnega la sua fede, anzi, forte nel corpo ma soprattutto nello spirito, rimane irremovibile anche sotto tortura – secondo la leggenda, infatti, diventa così pesante che né gli uomini, né i buoi e né la pece bollente riescono a spostarla, fino a quando viene uccisa, pugnalata alla gola.
Prima di morire Lucia riceve l’Eucaristia e predice la fine della persecuzioni (e la sua stessa morte) a Diocleziano, ma la leggenda vuole che si sia cavata gli occhi ponendoli su un piatto o una coppa: in realtà questo episodio, storicamente del tutto infondato, si ricollega alla ben più nota tradizione popolare che, in virtù del nome Lucia, ha sempre invocato la santa come protettrice degli occhi e della vista.

Santa Lucia, i riti e le tradizioni del 13 dicembre

Spiegando brevemente la storia di Santa Lucia, non possiamo non parlare dei riti e delle tradizioni che si legano al culto di questa martire. Intanto, in alcuni Paesi del Nord Europa è Santa Lucia, invece che Babbo Natale, a portare i doni ai più piccoli, in più, così come molte festività pagane assorbite dal Cristianesimo, anche quella di Santa Lucia sembra derivare da antiche celebrazioni legate all’agricoltura e alle stagioni. Vi sono, infatti, alcune similitudini tra la martire siracusana e Demetra, dea dei campi invocata in Sicilia, a cui si raccomandava il buon esito dei raccolti.

Secondo alcune leggende sulla storia di Santa Lucia, inoltre, c’è quella secondo la quale la notte del 13 dicembre la Santa vola sui campi in segno di buon auspicio, mentre in alcune zone del Nord Italia (ad esempio in Veneto e in Trentino) i bambini sono soliti scriverle una lettera per chiederle in dono dei regali e, per attirarla presso le loro case, sistemano del cibo sul davanzale delle finestre. Ma guai a farsi trovare svegli, perché, racconta la leggenda, se Santa Lucia trova i piccoli alzati li acceca lanciando loro della cenere negli occhi.

In Puglia, invece, nella zona di Manfredonia, si allestiscono falò nei rioni cittadini, mentre in molte località del Sud si accendono candele nella notte tra il 12 e il 13 dicembre: il fuoco, infatti, simboleggia la vittoria della Luce contro il Buio e, di conseguenza, del Bene che vince sul Male. In alcuni Paesi europei, invece, soprattutto in Svezia e in Danimarca, all’alba del 13 dicembre, le bambine, vestite di bianco, sfilano per le strade delle città con una candela accesa in mano, offrendo dolcetti e cantando canzoncine di Natale.

Parlando di Santa Lucia, della storia e dei ‘riti magici‘ che ne accompagnano il culto, ce n’è uno davvero curioso: il rito propiziatorio per l’amore. Poiché la notte del 13 dicembre è legata alla luce e quindi alla rinascita, chi è in cerca dell’anima gemella può invocare l’aiuto della Santa: basta pettinarsi, proprio quella notte, con un pettine nuovo di zecca e, una volta sistemato sotto al cuscino, attendere che la Santa ci compaia in sogno: secondo la leggenda, con lei ci sarà anche l’uomo della nostra vita…

Per godere, infine, di una buona vista, nel giorno in cui si celebra Santa Lucia è usanza, in tutta Italia, farsi benedire gli occhi. E’ un rituale organizzato un po’ ovunque, anche se il più antico è quello che ha luogo a Verona dove nacque, nel XIII secolo, dopo un’epidemia che colpì soprattutto i bambini. In pellegrinaggio scalzi verso la chiesa di Santa Agnese, i piccoli resistettero al freddo dopo che i genitori promisero loro dei doni: sarebbe stata proprio Santa Lucia, per ringraziarli delle loro preghiere, a portarli.

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