Omicidio Sarah Scazzi, Sabrina Misseri sarà scarcerata: mancano le motivazioni della sentenza

Sabrina Misseri accusata insieme al padre Michele Misseri dell'omicidio di Sarah Scazzi

Sabrina Misseri, condannata con la madre Cosima Serrano all’ergastolo in primo e secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, sarà scarcerata il prossimo 15 ottobre perché mancano le motivazioni della sentenza. La vicenda, rilanciata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ha del surreale e mette a nudo i problemi che attanagliano la giustizia italiana, lasciando l’amaro in bocca e non solo alla famiglia di Sarah, uccisa a soli 15 anni. Sabrina si trova nel carcere di Taranto dal 15 ottobre 2010 in custodia cautelare e non perché è stata condannata due volte: secondo l’articolo 303 del codice di procedura penale la carcerazione preventiva non può durare più di sei anni, termine che scadrà a breve. In assenza delle motivazioni e con la Cassazione che non riuscirà a esprimersi entro tale data, per lei si apriranno le porte del carcere.

Cerchiamo di capire cosa è successo. Sabrina è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso la cugina nell’ottobre del 2010, (mentre la madre è stata fermata il 26 maggio del 2011 e per lei i termini scadranno nel 2017) e le è stata applicata la custodia cautelare, entrando in carcere prima di una sentenza definitiva. Il codice di procedura penale prevede che la carcerazione preventiva non possa durare più di sei anni, anche perché prevale sempre la presunzione d’innocenza.

SABRINA MISSERI E COSIMA SERRANO CONDANNATE PER LA MORTE DI SARAH SCAZZI

Nel frattempo, la giustizia italiana ha processato Sabrina Misseri (e la madre), condannandola all’ergastolo in primo grado, sentenza confermata in Appello. A questo punto manca solo il passaggio in Cassazione che renderebbe definitiva la condanna, a cui si dovrebbero togliere comunque gli anni già scontanti in custodia cautelare.

Succede però che, dopo la lettura della sentenza di condanna del luglio 2015, a distanza di un anno non sono state depositate le motivazioni, cosa che rende impossibile il ricorso in Cassazione, facendo così slittare le tempistiche ben oltre il 16 ottobre 2016, termine della carcerazione preventiva.

La Corte d’Assise del Tribunale di Taranto in un anno non è riuscita a depositare le motivazioni della sentenza. Questo perché il giudice relatore, Susanna De Felice, che doveva scriverle, è stata occupata nella commissione d’esame per il concorso in Magistratura: di proroga in proroga, si è arrivati a oggi, a ridosso del termine massimo, senza ancora una data per la deposizione delle motivazioni.

In un caso che a oggi, oltre alla scarcerazione dell’imputata principale, condannata due volte, non ha rei confessi (a parte le farneticazioni di Michele Misseri che prima ha accusato la figlia e poi si è auto accusato più volte) e colpevoli definitivi a 6 anni dalla morte di Sarah, l’unica certezza è che la Cassazione non farà in tempo a esprimersi nel merito entro il 15 ottobre. Sabrina attenderà la sentenza definitiva, quando ci sarà non è ancora dato saperlo, da donna libera.

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