Rottamazione cartelle Equitalia: a chi conviene la definizione agevolata?

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La rottamazione delle cartelle Equitalia è un’importante novità in materia fiscale. La cosiddetta definizione agevolata delle cartelle di pagamento, più banalmente chiamata anche rottamazione dei ruoli, prevede la possibilità per il contribuente, sia esso privato cittadino o impresa, gravato di importi pregressi icritti a ruolo (cartelle esattoriali) relativi agli anni che vanno dal 2000 al 2016, di chiudere la sua partita con il Fisco ottenendo diversi benefici, vediamo quali.

Sconti per i contribuenti
Il contribuente che ha presentato la dichiarazione di adesione alla definizione agevolata potrà godere di un’importante scontistica, dal momento che dovrà pagare solo le imposte e gli interessi legali, mentre non pagherà le sanzioni e gli interessi di mora. L’ammontare di questo sconto, nei casi migliori, può arrivare e superare il 30%.

Obblighi per i contribuenti
Per aderire alla rottamazione delle Cartelle Equitalia, però, il contribuente deve osservare alcuni obblighi, come presentare la domanda entro la fine di marzo 2017 e procedere a chiudere gli importi, cioè versare quanto dovuto e saldare il conto, entro la fine del 2018. Questa è senza dubbio una interessante possibilità, ma rischia di esserlo solo sulla carta. La normativa, come spesso accade, nasconde delle importanti criticità, che io voglio qui evidenziare.

Criticità della norma
Il cittadino o l’impresa che vuole usufruire di questa iniziativa deve, in primo luogo, procurarsi un estratto ruoli, quindi basta che vada semplicemente da Equitalia e chieda il suo estratto di ruolo, che è in pratica è un’elencazione degli importi iscritti al ruolo. Poi deve recarsi dal suo commercialista professionista, con il quale deve valutare se tutti gli importi iscritti a ruolo rientrano tra quelli sanabili, ad esempio le multe non lo sono. Quindi va accertato se gli importi sono effettivamente dovuti. Per esempio: nel caso si abbia un importo con sentenza passata in giudicato favorevole al contribuente, che però risulta ancora iscritto nel ruolo, l’importo va stralciato dal totale. Infine occorre valutare, col professionista, se il contribuente può rientrare nella cosiddetta esdebitazione (Legge n. 3/2012 modificata dal D.L. n. 179/2012 convertito in L. n. 221/12) che prevede che un privato o piccola impresa che versi in gravi condizioni finanziarie possa ottenere addirittura lo stralcio totale o parziale degli importi.

A chi conviene la rottamazione delle cartelle Equitalia?
Fatte queste valutazioni rimane l’ultimo aspetto da valutare, che però non è secondario per importanza, che è l’impatto finanziario. Quindi è vero che il Fisco fa lo sconto al contribuente, e supponiamo, anziché pagare 100, gli fa pagare 70, ma è anche vero che questa cifra deve essere restituita in due anni, quindi 35 all’anno, mentre in caso di grave condizione finanziaria accertata, l’importo totale di 100 poteva godere di una rateizzazione decennale, con un versamento di 10 all’anno. Ciò vale a dire che non è detto che il piano di rientro sia finanziariamente sostenibile per il contribuente, dunque è sempre bene valutare e controllare preliminarmente con attenzione ogni singolo caso.

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