Roma invasa dalle vipere: non si ferma il degrado nella Capitale

Roma è invasa dalle vipere, ma quali sono i motivi dell’aumento nella presenza di questi rettili in città? Negli ultimi mesi, ma soprattutto in provincia, si sono registrati numerosi episodi di morsi da parte dei velenosi ma pacifici serpenti che sono pure protetti da una legge regionale del 5 aprile 1998. L’ultimo avvistamento di una vipera si è registrato in un androne di un palazzo in via Cortina d’Ampezzo. Altri due casi di morsi erano stati segnalati lo scorso settembre a Castelnuovo di Porto. A essere colpito è stato un ragazzo che puliva una cunetta stradale, mentre a Capalbio una donna è stata morsa mentre si trovava in un giardino. A cosa si deve l’aumento di rettili nella Capitale?

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Oltre alle leggende metropolitane che si riferiscono al lancio incontrollato di rettili nelle campagne, ci sono altre spiegazioni per giustificare la presenza così massiccia di vipere a Roma, e infatti secondo qualche esperto le ragioni di tali maggiori presenze, oltre che nel clima favorevole degli ultimi anni, sarebbero legate all’aumento dei cinghiali. Questi, come anche i ricci e gli uccelli rapaci, sono i principali nemici delle vipere, le quali, scacciate da boschi e macchie, si rifugerebbero nei pressi di casolari rurali e ville, dove trovano lucertole e topi di cui si nutrono, e soprattutto non sono perseguitate da altri animali, come quelli da cortile.

Cosa fare se si vede una vipera?Le vipere sono rettili velenosi ma non aggressivi. In caso di avvistamento si consiglia di non disturbare i serpenti e in caso di morso rivolgetevi subito ad un ospedale, come ripete anche Fulco Pratesi sul Corriere: ”L’importante, incontrando una vipera, è di non disturbarla (essa non aggredisce se non sentendosi in pericolo) e lasciare che si allontani lentamente com’è nelle sue abitudini. E – ricordando che in Italia e in Europa le punture di vespe e calabroni causano molto più vittime di quelle delle vipere (una all’anno in media) – la cosa migliore, in caso di morsicature, è rivolgersi all’ospedale più vicino”.

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