Riscaldamento: rimandata l’accensione a Torino e Milano, le novità

Il caro energia continua ad affliggere il nostro Paese, le tante famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Con l’approssimarsi dell’inverno, si pensa già all’accensione dei riscaldamento ma qualcosa sta cambiando quest’anno. Ecco cosa.

Termosifone
Termosifone – Nanopress.it

Sono tante le città italiane che stanno cercando di affrontare il caro energia di questi mesi, con diversi provvedimenti relativi al risparmio energetico, di luce e gas.

Ora, con l’approssimarsi dell’inverno, si pensa ai riscaldamenti ma, viste le temperature odierne che sono ancora oltre la media del periodo, i caloriferi saranno accessi con ritardo. Ecco le decisioni del governo, da Milano a Torino.

L’accensione dei riscaldamenti è rinviata: il nuovo calendario

Rispetto allo scorso anno, sembra che l’inverno stia tardando ad arrivare in tutta Italia, causa sicuramente il riscaldamento globale e le temperature anomale che esso genera.

Valvola del termosifone
Valvola del termosifone – Nanopress.it

Infatti, in questi ultimi giorni di ottobre, le temperature non vanno mai sotto i 20 gradi in tantissime regioni, anche in quelle settentrionali che di solito sono più fredde.

Vista la situazione e per arginare più possibile il caro energia, l’ex ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, aveva emanato un decreto che dispone l’accensione dei riscaldamenti più tardi rispetto al solito.

Questa, infatti, è stata rinviata e, come si legge nel suddetto decreto, il periodo di accensione dei caloriferi per l’inverno sarà ridotto di ben 15 giorni rispetto agli anni passati.

Inoltre, i riscaldamenti in case ed edifici pubblici funzioneranno un ora in meno al giorno, altra decisione presa per risparmiare il più possibile sulle bollette del gas e della luce.

Dove si trovano le date di accensione e le città coinvolte

Per portare avanti questo piano di risparmio, il governo ha stilato una lista delle città e degli orari e date prossime, in cui potranno essere accesi i riscaldamenti.

Per consultare tutto, si deve accedere all’allegato A del decreto di Cingolani, che si trova su tutti i siti web istituzionali.

Ci sono diverse zone in cui l’Italia è stata suddivisa, in base anche alle temperature ambientali: della Zona A fanno parte le zone più calde, come ad esempio Lampedusa, dove il riscaldamento può essere acceso 5 ore al giorno, dall’8 dicembre al 7 marzo.

Poi continuiamo con la Zona B, dove sono state collocate città come Palermo e Reggio Calabria, alle quali spettano 7 ore al giorno di riscaldamento, dall’8 dicembre fino al 23 marzo.

Scendiamo (o saliamo) poi alla Zona C, della quale fanno parte tra le tante Napoli e Taranto, alle quali sono concesse 9 ore di riscaldamento dal 22 novembre al 23 marzo.

Si passa alla Zona D, con Roma, Firenze, Matera tra le altre, che avranno a disposizione nove ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile.

Saliamo poi al Nord, dove con la Zona E (Milano, Torino) sono concesse 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile. Per quanto riguarda questa zona, però, in questi giorni i sindaci delle città appartenenti alla categoria, hanno deciso di rinviare l’accensione, visto che anche lì le temperature non accennano a scendere.

In ultimo, resta la Zona F, di cui fa parte ad esempio Trento, dove l’utilizzo del riscaldamento non ha limiti, viste le temperature rigide che di solito in inverno colpiscono il territorio.

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