Riforma della giustizia: la maggioranza si spacca sulla prescrizione

In Commissione Giustizia la maggioranza si è mostrata divisa, quando è stato il momento di approvare la riformulazione dell’articolo 1 del testo che riguarda la riforma della prescrizione e che prevede di allungare di metà i termini per i reati di corruzione. Area Popolare si è schierata contro il testo, che andrebbe a raddoppiare i termini per la prescrizione. Voto contrario anche da parte di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle. Difficoltà, quindi, rese soprattutto dall’atteggiamento contrario di Area Popolare, in cui sono confluiti gli esponenti del Nuovo Centrodestra, dell’Unione di Centro e alcuni indipendenti, gruppo che nel suo complesso fa parte della maggioranza.

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Alessandro Pagano, capogruppo di Area Popolare in Commissione Giustizia alla Camera, ha detto chiaramente che è stato deciso collettivamente di non votare la riforma così come è stata proposta dal Governo.

Le reazioni

Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, si era espresso positivamente su un possibile accordo. Aveva detto chiaramente che la maggioranza aveva già individuato un’ipotesi di accordo e si era definita molto fiduciosa. Sofia Amoddio, uno dei relatori di maggioranza del provvedimento, ritiene che sia inammissibile l’opposizione da parte di Area Popolare.

La relatrice, infatti, ha precisato che tutti i gruppi parlamentari sono stati chiamati a contribuire con le loro proposte, che hanno tenuto conto delle necessità di incidere sul reato di corruzione e soprattutto sulla corruzione in atti giudiziari. Amoddio ha precisato che la corruzione è uno dei reati più difficili da scoprire contro la Pubblica Amministrazione, perché si fonderebbe su un patto vero e proprio tra corrotto e corruttore. Deriverebbe proprio da questo motivo la necessità di un tempo lungo per la prescrizione del reato.

La parte centrista della maggioranza, però, non vuole sentire ragioni e continua ad opporsi, nonostante da molti la scelta sia definita incomprensibile. Da questo punto di vista ancora una volta la maggioranza appare spaccata e non si riesce a far passare una decisione che sia condivisa. Secondo Alessandro Pagano, sarebbe assurdo che si arrivi ad una prescrizione di quasi 30 anni.

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