Rifiuti, digestore a Scampia: la protesta dei comitati di quartiere

rifiuti campania foto repertorio

Non ci saranno più le scene apocalittiche di qualche anno fa, ma il problema della gestione dei rifiuti a Napoli appare tutt’altro che risolto: dopo 4 anni di annunci, la giunta arancione guidata da Luigi De Magistris ha dato faticosamente il via libera al progetto di far sorgere impianti di compostaggio in città, ma arrivano immediatamente i primi altolà da associazioni e comitati di cittadini nel quartiere prescelto, Scampia, che teme di vedere ulteriormente dequalificata la zona. Non bastassero le faide di camorra del recente passato, ora i timori si riversano su quello che tecnicamente viene chiamato digestore anaerobico, tutt’altro che ad impatto zero, secondo coloro che protestano.

Secondo le associazioni infatti, questo tipo di impianto di compostaggio sarebbe inquinante, il che appare davvero paradossale visto che la giunta De Magistris si è opposta fino ad oggi all’inceneritore di Napoli Est, dichiarandosi a favore di un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti. La disamina di Rete Ambiente è dura e senza sconti nei confronti dell’amministrazione locale: ‘A quattro anni di distanza nulla è stato fatto per la riduzione a monte dei rifiuti e la stessa raccolta differenziata porta a porta, invece di rafforzarsi, sta via via venendo meno persino nei quartieri dove era partita con successo. A suggellare questa ‘nuova svolta’ è la scelta dell’amministrazione di realizzare a Napoli ben 3 impianti di digestione anaerobica a Scampia, Bagnoli e Ponticelli. La giunta De Magistris-Sodano, che continua a vantarsi della sua posizione anticombustione, opta per la costruzione di impianti parimenti inquinanti e nocivi per la salute dei cittadini ed altrettanto energivori, spacciandoli per punto di arrivo di una gestione sostenibile‘.

In ballo ci sarebbero i soliti interessi economici, accusano ancora i comitati, grazie agli incentivi promossi dal governo centrale: ‘I tre impianti anaerobici proposti godranno di svariati milioni di incentivi in 20 anni. Il che spiega la convergenza di interessi per la realizzazione del primo di Scampia tra l’amministrazione De Magistris e le aziende proponenti. Il progetto per Scampia è stato presentato in pompa magna. Si tratta di un digestore anaerobico composto da 6 moduli biodigestori per la fase anaerobica e 2 moduli per la fase aerobica che tratterà 20.500 ton/anno di FORSU con la produzione di 1,3 milioni di Smc/anno di metano e 7500 ton/anno di cosiddetto compost. Il costo dell’investimento è di 14,6ml di euro‘.

Nonostante le rassicurazioni alla popolazione giunte dal vice-sindaco Sodano, che ha incontrato più volte i cittadini di Scampia, Rete Ambiente accusa la scelta del digestore anaerobico, a loro avviso ‘identici a qualsiasi impianto a biomasse e biogas. Il prodotto del processo di fermentazione della frazione organica non è compost ma un digestato che è a tutti gli effetti un rifiuto. Sparso sui terreni li avvelenerebbe rappresentando una vera bomba ecologica, perché a differenza del compostaggio aerobico, la digestione anaerobica produce percolato. Per noi il compostaggio è una cosa sana e questo progetto non lo è‘. Sulla pelle di Napoli e della Campania si è approfittato fino ad oggi, trasformando questa terra in un ricettacolo di interessi speculativi a danno dell’ambiente: ora che i cittadini hanno aperto gli occhi, difficilmente l’impianto voluto dall’amministrazione potrà sorgere in alcun luogo, se non sarà davvero ad impatto zero per l’ambiente.

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