Ricordando Paolo Borsellino dopo 23 anni dalla strage di via D’amelio

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Il 19 luglio del 1992 alle 16:58 il magistrato Paolo Borsellino venne ucciso dalla mafia insieme alla sua scorta in un attentato in via D’Amelio, a Palermo. 23 anni dopo, sul luogo dell’attentato mafioso si è teuto un minuto di silenzio preceduto dalle testimonianze dei familiari delle vittime di mafia. Poi una fiaccolata contro ”la mafia dell’antimafia” percorrerà le strade della città fino a via D’Amelio.

Le celebrazioni di quest’anno seguono lo scandalo che ha travolto il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.

La lotta alla mafia non è retorica

Nando dalla Chiesa, presidente onorario di Libera e della Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto, nonché docente di Sociologia della criminalità organizzata all’Università degli studi di Milano, ha voluto commentare la giornata”Sbaglia chi pensa che ricordare il magistrato Paolo Borsellino il 19 luglio di ogni anno sia solo un esercizio di retorica fine a se stesso. Lo vedo nei miei studenti a cui il messaggio della memoria della strage di via d’Amelio è passato attualizzato: partecipano con entusiasmo ai corsi universitari in cui scientificamente si analizzano gli scenari della criminalità organizzata italiana e internazionale, giovani che impostano le loro vite nella lotta alla mafia”. Quella di oggi è una giornata importante, prosegue dalla Chiesa che partecipa oggi a ‘Milano ricorda Paolo Borsellino’, la giornata che il capoluogo lombardo dedica al magistrato siciliano. ”Nonostante sia domenica di luglio spero che questa data venga ricordata per il valore che ha nella storia nazionale. E’ bello vedere che si tratta di una memoria passata con molta facilità nelle nuove generazioni” ha concluso il professore Nando dalla Chiesa, figlio del generale ucciso da Cosa Nostra a Palermo il 3 settembre 1982.

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Basta solidarietà, c’è bisogno di verità

Il deputato Sel Claudio Fava, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia e figlio di Pippo Fava, direttore del giornale ‘I Siciliani’ ucciso da Cosa Nostra a Catania il 5 gennaio 1984, ha commentato il giorno della memoria: ”Nella giornata del ricordo della Strage di via d’Amelio si sta accanto ai familiari e basta. Dopo 23 anni qualsiasi parola rischia di essere o superflua o eccessiva. Dopo 23 anni alla famiglia Borsellino non va offerta solidarietà, ma verità sulle cose che accaddero nel ’92, sulle ragioni per cui fu ucciso Paolo Borsellino e sulle menzogne di chi ha coperto i mandanti fino ad oggi. Borsellino ha interpretato il mestiere del giudice con una dignità che è senza tempo, andava bene allora ed è necessaria oggi: magistrato sobrio e allo stesso tempo rigoroso nel pretendere che la giustizia sia uguale per tutti, dice ai microfoni di La Presse, e queste due qualità, la sobrietà e il rigore, sono oggi indispensabili per la ricerca della verità, anche riguardo alla Strage di via d’Amelio

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