Renzi attacca il Movimento 5 Stelle: ‘È un algoritmo, non un partito’

Matteo Renzi


Matteo Renzi torna a parlare a ruota libera dopo la batosta al referendum e le dimissioni. L’ex premier si sfoga in un’intervista a Ezio Mauro per Repubblica, parlando della sconfitta, del futuro suo e del Pd, degli errori commessi ma anche dei risultati raggiunti, attaccando pesantemente il Movimento 5 Stelle, “un algoritmo e non un partito”.

L’ex premier confessa che dopo la schiacciante vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre (“brucia, eccome se brucia”), la tentazione di abbandonare la politica era forte: “Il vero dubbio è stato se continuare o lasciare. Poi ho pensato che solo il vigliacco scappa nei momenti di difficoltà. La nostra battaglia è appena incominciata”. Ammette gli errori: “Mi sono illuso che si votasse su province, Cnel, regioni. Errore clamoroso. In questo clima la parola riforma è suonata vuota, meccanica, artificiale. Avrei dovuto metterci più cuore, più valori, più ideali. Insomma, meno efficienza e più qualità”. Ma rivendica i successi del suo esecutivo: “Lotta all’evasione, abbassamento delle tasse, Jobs act, le unioni civili ma anche gli 80 euro”.

Su Pd e sinistra
“Io credo che la sinistra possa vincere e convincere. Ma deve entrare nel nuovo secolo, tenere insieme le tradizioni e il futuro”, afferma Renzi. Cos’è per lui la sinistra? “Per me essere di sinistra è anche innovare: essere garantisti sulla giustizia, abbassare le tasse, non andare necessariamente a rimorchio del sindacato che contesta ideologicamente i voucher e poi li usa”. Frecciata alla Cgil che ha utilizzato gli stessi buoni lavoro che vuole abolire tramite referendum.

Quando si torna al voto?
Il governo Gentiloni (o Renzi-bis senza Renzi, come l’abbiamo definito) è di transizione. Le nuove elezioni sono inevitabili, ma non è ancora chiaro quando gli italiani torneranno alle urne: “Io non ho fretta, decidiamo quel che serve all’Italia, senza ansie ma anche senza replicare il 2013 dove abbiamo pagato un tributo elettorale al senso di responsabilità del Pd. Forse alcuni parlamentari, specie dei nuovi partiti, sono terrorizzati dalle elezioni perché sanno che non avrebbero i voti neanche per un’assemblea di condominio. Ma noi no. Noi faremo ciò che serve al Paese”. Ma resta il nodo legge elettorale da sciogliere: “Continuo a pensare che il ballottaggio sia il modo migliore di evitare inciuci. Se la Consulta lo boccerà, c’è il Mattarellum. Con il proporzionale si torna alla Dc”.

Renzi: “M5S è un algoritmo, non un partito”
Il discorso finisce sui 5 Stelle, primi avversari politici. Le parole di Renzi suonano molto dure: “Grillo vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito. Lui è il capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell’onda del web”.

Sulle banche
Sulle banche: “Non vedo l’ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali. Il caso Etruria ci è costato molto. Ma abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Abbiamo commissariato la banca, mandato a casa gli amministratori compreso il padre della Boschi, Etruria è l’unica banca sanzionata due volte, ci sono indagini della magistratura e ci saranno processi: vedremo chi sarà condannato e chi no”.

Su Giglio Magico e Lotti
L’ex premier, a proposito del Giglio Magico, assicura di non aver mai “scelto le persone in base alla fedeltà”. Non ha dubbi su Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione in Consip: “Bene le indagini ma i pm facciano in fretta. La mia linea è sempre una sola: si vada a sentenza. Noi chiediamo ai giudici di fare presto, sempre, ovviamente non ho alcun dubbio sulla totale correttezza dei carabinieri e dei membri del governo in questa vicenda”.

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