Regione Sicilia senza soldi: dalla Finanziaria nemmeno un euro

La Regione Sicilia è senza soldi e dal governo non è arrivato un euro. La situazione nell’isola governata da Rosario Crocetta diventa sempre più incandescente. Come ricorda Repubblica, la legge di stabilità varata dall’esecutivo a guida PD non ha messo a bilancio i soldi per coprire il buco dei conti dell’Ars che ad ora vale quasi 2 miliardi di euro. Gli accordi tra governo regionale e nazionale avrebbero stabilito un versamento di 1,4 miliardi da parte dello Stato e di 600 milioni da parte della Regione che avrebbe dovuto ottenerli da risparmi di spesa. Di questi soldi però, nella manovra non c’è neanche l’ombra e ora la situazione rischia di diventare esplosiva.

Il rapporto tra Matteo Renzi e Crocetta non è stato dei più sereni. Quando scoppiò lo scandalo delle presunte intercettazioni contro l’ex assessore Lucia Borsellino, il premier si schierò senza se e senza ma con la figlia del giudice trucidato dalla mafia. Lo stesso fece il suo fedelissimo, Davide Faraone, scagliandosi contro il governatore. Ora però che il tribunale ha deciso di indagare i due giornalisti dell’Espresso per calunnia e diffusione di false notizie, da Roma non è giunta una parola. Il procedimento contro i giornalisti è in corso, tutto è ancora da chiarire, ma che il governo nazionale abbia scaricato il governatore siciliano sembra sempre più chiaro.

La legge di stabilità ha creato altri attriti. Sempre Repubblica, ricorda che l’assessore all’Economia Alessandro Baccei aveva intavolato una lunga trattativa con il sottosegretario Claudio De Vincenti e aveva spuntato la promessa di un aiuto finanziario per la Regione.

Invece, in Sicilia non arriveranno soldi. Il sospetto è che i cordoni statali siano chiusi perché dall’Ars non sono arrivate quelle riforme che erano alla base dell’accordo. La Regione è ancora travolta da scandali, vecchi e nuovi, con voci di spesa che lievitano anche per mandare delle mail. C’è da dire però che ogni passaggio tentato da Crocetta ha incontrato resistenze molto forti, alcune leggi sono state impugnate, il lavoro è stato compiuto solo a metà. Le associazioni produttive isolane hanno ricordato che “il dirottamento dei fondi per le opere pubbliche e per l’area di Termini Imerese sulla voce dei forestali”, categoria che è stata colpita da Crocetta e che ora rischia di farlo saltare.

Da parte sua, il governatore siciliano risponde alle accuse e ricorda il recente accordo raggiunto a Roma proprio per spostare 650 milioni per le infrastrutture sui pagamenti delle giornate per circa 8mila forestali. “Sul governo della Regione sono in corso ignobili speculazioni politiche; c’è qualcuno che crea allarmismi per giustificare interessi eccessivi finalizzati alla destabilizzazione”, tuona. Ricorda che le trattative con il governo sono ancora in corso e l’esecutivo “sta seguendo con attenzione la situazione della Sicilia. Chi diffonde false notizie lo fa per interessi personali”.

La sensazione di isolamento è però palpabile sull’isola: visto come è finito Ignazio Marino a Roma, più d’uno in Sicilia inizia a temere uno “sgambetto” che sarebbe fatale per Crocetta.

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