Reddito di cittadinanza, Di Maio smentisce l’ipotesi di 300 euro/mese a 4 milioni di persone

Di Maio

[didascalia fornitore=”ansa”]Il vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio[/didascalia]

Sulle pagine di Repubblica si è parlato dell’ipotesi più verosimile per mettere in attuazione il reddito di cittadinanza tanto caro al Movimento Cinque Stelle. Secondo una stima dei fondi disponibili nelle casse dello Stato, il giornalista Roberto Petrini prova a fare i conti in tasca al governo, spiegando che con una copertura massima di 5 miliardi di euro, volendo accontentare coloro che si trovano in condizioni di disagio economico, gli assegni a disposizione per il reddito di cittadinanza potranno essere al massimo di circa 300 euro mensili. Il vicepremier Luigi Di Maio ha però smentito un tale scenario parlando dell’ennesima fake news rilasciata per screditare il governo Conte.

Il vicepremier Luigi Di Maio smentisce l’articolo pubblicato da Repubblica in mattinata: “La fake news del giorno è de La Repubblica, secondo la quale il Reddito di Cittadinanza sarà solo di 300 euro a 4 milioni di persone. Non contenti hanno rilanciato nell’articolo ancora una volta la bufala delle file ai Caf il 4 marzo, una menzogna smentita in tutte le salse ma che continua a essere diffusa dai giornali dell’establishment in spregio dei cittadini del Sud raccontati come persone che vanno in giro a fare l’elemosina. Se non è razzismo poco ci manca”.

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Di Maio ribadisce invece che il reddito di cittadinanza sarà introdotto con la prossima legge di bilancio, anche se ancora non ci sono dettagli sul totale degli importi che verranno stanziati per questa misura. Quello che sembra verosimile è che possa essere introdotto gradualmente, dati i costi elevati, per rispettare i vincoli di bilancio Ue: per il 2019, infatti, il governo italiano dovrà assicurare risorse per 13 miliardi di euro, il tutto per scongirare l’applicazione della clausola di salvaguardia che provocherebbe l’aumento dell’Iva. In più si cercano ulteriori risorse economiche che possano garantire l’introduzione della flat tax per le Partite IVA.

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