Ragazzi down discriminati in stazione: ”Siete troppo lenti, non in grado di imparare”

Due bigliettai, rispettivamente della stazione ferroviaria di Conegliano e di Mestre, si sarebbero comportati in maniera scorretta nei riguardi di sette ragazzi dell’Associazione Persone Down Marca Trevigiana, secondo quanto raccontato dall’educatrice che accompagnava il gruppo di turisti a Venezia. Da Trenitalia sarebbero già arrivate anche la scuse.

Come riporta il Corriere della Sera, i sette giovani affetti da sindrome di Down volevano solo comprare il biglietto del treno da soli, come stabilito nel progetto per migliorare la propria autonomia organizzato dalla Onlus Aipd Marca Trevigiana che li segue.

Il brutto episodio però ha costretto i giovani a prendere il treno successivo. L’educatrice e la volontaria che seguivano il gruppo di turisti hanno spiegato come si sono svolti i fatti, prima a Conegliano: ”Si sono messi in fila allo sportello e hanno atteso il proprio turno, ma quando hanno espresso le proprie richieste al bigliettaio”, qualcuno ha tuonato loro contro: ”Siete lenti toglietevi che fate perdere il treno agli altri passeggeri. Subito dopo ha fatto passare avanti le altre persone in coda facendo loro perdere il treno”. I ragazzi sono stati così costretti ad aspettare un’ora per riuscire a salire sul treno.

A Mestre, poi i ragazzi dovevano comprare i ticket per Venezia. Anche qui gli addetti ai biglietti si sono spazientiti, e quando l’educatrice ha spiegato l’importanza per i ragazzi di fare le cose in autonomia, il bigliettaio ha risposto: ”Ascolti me che ho più esperienza di lei, questi ragazzi non sono in grado di imparare. Se fate voi per loro fate un favore alla comunità”.

Il presidente dell’associazione, Giuseppe Capitanio ha commentato ”Abbiamo ancora molta strada da percorrere prima di arrivare ad una vera inclusione. Le persone con disabilità intellettiva hanno il diritto di utilizzare i mezzi pubblici, di muoversi in autonomia e di fare acquisti, senza che un operatore di Trenitalia si prenda la libertà di proibirglielo. Ci aspettiamo delle scuse dagli interessati e proponiamo loro di sensibilizzare il personale con un progetto ad hoc”.

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