Raffaele Morelli alle Iene sul caso Weinstein: ‘In ogni donna c’è una prostituta’

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In ogni donna c’è una prostituta, parola di Raffaele Morelli. Il noto psichiatra è stato intervistato da Le Iene sul caso Weinstein e sulla mole di denunce piovute sull’ex produttore di Hollywood da moltissime donne, molestate o stuprate sotto il ricatto del suo potere. Se il caso di per sé ha già fatto discutere in lungo e in largo, Italia compresa con tutto quello che è seguito alla denuncia di Asia Argento, le frasi di Morelli potrebbero gettare benzina sul fuoco. Lo psichiatra ha infatti confermato quanto già detto in precedenti commenti sulla vicenda: in ogni donna ci sarebbe una prostituta perché è sempre presente la possibilità “di poter usare la seduzione per ottenere un vantaggio”.

Le parole dello psichiatra fanno molto discutere perché toccano un aspetto molto delicato dell’intera vicenda Weinstein, cioè la presunta colpevolezza delle donne che non hanno detto di no alle molestie e agli abusi per non pagare con la propria carriera. L’argomento è molto spinoso e ha diviso l’opinione pubblica, portando per l’ennesima volta l’attenzione più sulle donne vittime di violenza che sull’uomo che la violenza l’ha compiuta.

Nella versione di Morelli, Harvey Weinstein “non è uno stupratore seriale ma un uomo che esercita la sua posizione di dominio sessuale come modalità relazionale”. Anche la definizione dell’atto sessuale è diversa se filtrata dalle parole dello psichiatra per cui “fare l’amore è l’unico modo che ha il cervello per realizzare se stesso” e “non per godere”. Weinstein quindi avrebbe usato il sesso per “dominare e umiliare”.

Secondo lo psichiatra, dietro le violenze e gli abusi del produttore si nasconderebbe della tristezza. “Lo guardi negli occhi in tutti i filmati: l’ha mai visto ridere? E guardi le donne che aveva vicino: o ridevano di circostanza o avevano il gelo dentro gli occhi, la paura. Questo significa che dentro di te la paura è talmente forte che tu non esisti e quindi stai coltivando un personaggio che sta uccidendo l’affettività, la tenerezza, la dolcezza”, spiega Morelli, secondo cui Weinstein avrebbe avuto un enorme tormento interiore.

Il passaggio più interessante riguarda le donne, in particolare quelle che, secondo Morelli, “ritenevano di poter condurre il gioco”, ma che in realtà erano lo stesso vittime di un “dominatore”, in grado di “riconoscere le debolezze”, puntare su queste e far abbassare le difese.

“La legge punisce giustamente la violenza sessuale ma se noi dovessimo portare in tribunale la violenza psicologica dovremmo portarci il 90% del Paese”, dice Morelli. Secondo lo psichiatra, chi ha acconsentito a un rapporto sessuale con Weinstein o con un dominatore, “dovrebbe avere cura di quella sorella che si è prostituita”.

Chi non ha avuto il coraggio di dire no al produttore per paura di contraccolpi alla carriera si sarebbe dunque prostituita: il fatto di parlarne dopo tempo, sarebbe un modo per sentirsi “sporca” con la necessità, per Morelli, di accettare tutte le sfumature e le contraddizioni, “portando con sé la donna pura e la prostituta”. Questo perché “in ogni donna è presente, sempre, il fatto di poter usare la seduzione per ottenere un vantaggio”.

In conclusione, Morelli lancia un messaggio al carnefice Weinstein, che “dovrebbe farsi vedere da uno bravo”, e alle vittime, o presunte tali che “dovrebbero perdonarsi mille volte”: chissà se vale anche per quelle attrici che hanno mostrato “troppo esibizionismo”, come dice lo psichiatra.

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