Province, tutti gli sprechi degli enti che andrebbero aboliti

Riguardo alle province si è sempre parlato di sprechi e per questo si è pensato anche di abolirle. A fare da contorno ci sono stati in passato vari scandali, che riguardano le spese pazze portate avanti dai politici e che hanno riguardato anche le regioni, in particolare il Lazio. Ma i costi delle province sono considerevoli, anche per quanto riguarda le spese, che potremmo definire ordinarie. E’ stato calcolato che vengono spesi 10 miliardi per funzioni e servizi ai cittadini. In particolare 2 miliardi servono per la manutenzione delle scuole, altri 2 per il territorio, l’urbanistica e la viabilità, 1 miliardo per la mobilità e i trasporti, un altro miliardo per l’ambiente, un altro ancora per i centri per l’impiego e, per finire, un altro miliardo per la cultura, lo sport, il turismo e i servizi sociali.

Ci sono poi ancora 2 miliardi da destinare agli stipendi dei dipendenti. In un anno il costo medio di questa immensa macchina burocratica viene ad essere di 41.000 euro.

I dati delle spese delle Province italiane

Per gli stipendi del personale politico provinciale si toccano i 111 milioni di euro. Ma a farla da padrona sono soprattutto i rimborsi, fra i quali spiccano quelli che vengono dati agli amministratori fuori sede.

A questo proposito ha fatto scandalo la vicenda dei rimborsi approntati per i viaggi dei consiglieri in Abruzzo. Si tratta complessivamente di 8.425 euro in riferimento al mese di aprile. Un quarto di questi soldi è andato al presidente Giorgio De Luca, che vive a Manoppello.

A Treviso si sono spesi in un anno 170.000 euro di rimborsi dedicati ai viaggi. Basti pensare che a marzo 2011 il vicepresidente Floriano Zambon del PdL ha dichiarato di aver speso per i trasferimenti 5.308 euro, una cifra assolutamente impossibile da raggiungere con semplici spostamenti quotidiani.

In effetti non bisogna dimenticare che i rimborsi sono calcolati su dei parametri stabiliti dall’Aci. Tuttavia i politici possono presentare il tutto con una semplice autocertificazione.

Ad Agrigento si sono spesi 13.000 euro in un mese per i rimborsi, a Frosinone 8.000 euro. I dati sono diversi da Provincia a Provincia.

Che cosa comprano i consiglieri provinciali

Le spese sostenute dai consiglieri provinciali sono veramente dedicate a tutto, anche alle cose più impensabili. Vediamo qualche esempio a questo proposito. A dicembre i consiglieri di Siracusa hanno comprato 19 tablet con connessione ad internet, nonostante il decreto Salva Italia prevedesse la soppressione delle Giunte provinciali.

C’è anche chi ha progettato delle nuove sedi all’insegna del lusso, come per esempio è accaduto a Milano e a Roma. C’è anche qualche caso ancora più particolare. Eugenio D’Orsi, presidente della Provincia di Agrigento, ha fatto piantare nel giardino della sua casa 40 palme, ciascuna delle quali è costata 150 euro. Tutto a spese della Provincia.

La Provincia di Reggio Calabria ha comprato un pianoforte a coda da 120.000 euro. A Bolzano si sono spesi 2.400 euro per un torneo di beach volley. Ma come si può accettare tutto questo in una situazione di crisi economica?

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