Prezzo petrolio oggi: il greggio ai minimi dal 2009


Il petrolio ha ripreso la sua corsa al ribasso e nel frattempo, dopo il quantitative easing avviato dalla Bce, l’attenzione si è spostata dalla Banca Centrale Europea a quella americana. Il petrolio, dopo aver raggiunto il 9,6% la scorsa settimana, è arrivato ai minimi dalla primavera del 2009. Di certo sulla situazione influisce l’incremento delle scorte da parte degli Stati Uniti. Ci sono comunque altri elementi tengono sulle spine i mercati in questi ultimi tempi. Basti pensare alla riunione della Federal Reserve.

In questo periodo la parola d’ordine a Wall Street è volatilità, per questo c’è molta cautela, che si tramuta in uno stare a vedere e in un’attesa nei prossimi mesi. Altro elemento da non dimenticare è il rafforzamento del dollaro, che contribuisce ad abbassare i prezzi del petrolio.

Decisive sono state le quotazioni del petrolio in calo. I contratti con scadenza ad aprile hanno ceduto 49 centesimi a 44,3 dollari al barile sul mercato after hour di New York. Già la settimana scorsa si era registrato un calo pesante del greggio e l’agenzia internazionale dell’energia aveva a questo proposito rilasciato delle stime negative.

Le borse

I listini UE si rafforzano dopo l’avvio. Milano segna un avanzamento dell’1,2%. Il Dax di Francoforte aggiunge l’1,1% e supera la soglia dei 12.000 punti. Bene la situazione anche per Parigi, con un +0,8%, e Londra, con +0,6%. Da parte sua, Eni sta pagando subito il calo del petrolio. L’euro intanto ha ripreso la sua flessione. La valuta europea ha perso terreno rispetto al dollaro.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi inizia la settimana stabile sotto 90 punti base, nello specifico 86 punti, ponendosi sotto il differenziale tra Bonos e titoli della Germania. In Europa in particolare si aspettano le parole di Mario Draghi sul futuro del settore finanziario. Intanto dalla Germania arrivano una notizia che fa ben sperare e che riguarda l’occupazione nel settore del manifatturiero: c’è stata una crescita di 61.000 occupati pari al +1,2% rispetto all’anno scorso.

La borsa di Tokyo ha concluso invariata gli scambi e si attendono le decisioni della Bank of Japan, che ben presto dovrebbe annunciare le sue conclusioni per ciò che riguarda la politica monetaria. Le borse cinesi sono state chiuse in forte rialzo. Shanghai ha registrato un +2,26% e Shenzhen un +2,6%. Rassicuranti sono apparse da questo punto di vista le affermazioni del Premier Li, che ha detto che la politica è pronta ad intervenire, se la crescita economica non arriverà all’obiettivo sufficiente del 7% circa.

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