Pietro Maso minaccia di morte le sorelle: ‘Devo finire il lavoro di 25 anni fa’

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Le sorelle di Pietro Maso sono state minacciate di morte dal 44enne che massacrò i genitori a Montecchia di Crosara, provincia di Verona, quando era appena maggiorenne, nel febbraio 1991. Nadia e Laura Maso avevano presentato un esposto, poi sfociato in una denuncia, in cui chiarivano che l’assassino aveva mandato per sbaglio un sms a una di loro, che invece doveva essere indirizzato a un uomo con il quale aveva un debito di denaro. Il contenuto del messaggio aveva fatto scattare l’attività di intercettazione nei confronti del killer da parte delle forze dell’ordine, e così hanno potuto sentire Pietro Maso mentre dichiarava di dover ”finire il lavoro lasciato incompiuto 25 anni fa…”.

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Le minacce di Pietro Maso seguono dunque la denuncia fatta a suo carico dalle sorelle: ”L’abbiamo fatto per lui, perché ha bisogno di aiuto. Ma l’ultima intenzione che abbiamo è di danneggiarlo”, hanno sostenuto le due donne.

Intanto la questura di Milano ha notificato a Pietro Maso un foglio di via obbligatorio per cui l’uomo che nel 2013 ha finito di scontare 22 dei 30 anni di carcere a cui era stato condannato per avere ucciso i genitori Antonio e Mariarosa a Montecchia, ora deve lasciare la città.

La sua vicenda, compreso l’efferato duplice omicidio dei genitori era tornata sulle pagine dei giornali dopo che il killer aveva raccontato a Chi della telefonata ricevuta da Papa Francesco in seguito a una lettera spedita a Bergoglio.

Per le due donne, Nadia e Laura, che gestiscono insieme un negozio di prodotti erboristici a Caldiero, è stato rafforzato il servizio di protezione perché le minacce del fratello sono considerate vere, concrete e gravi da parte degli inquirenti.

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