Pianeta Venere, tracce di fosfina: possibili segnali di vita

Una ricerca appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature Astronomy descrive una delle più rilevanti scoperte in campo astronomico degli ultimi decenni: potrebbe esserci vita sul Pianeta Venere. Un gruppo di astronomi internazionali ha trovato diverse tracce di fosfina (PH3), una sostanza chimica che suggerisce la presenza della vita così come la conosciamo.

Aver rilevato delle tracce di questa sostanza è una “biosignatura”, cioè un indicatore della possibile presenza di vita in quanto strettamente legata ai processi biologici.

Gli autori dello studio, composto da membri dell’Università di Manchester, del Massachusetts Institute of Technology e dell’Università di Cardiff, hanno adoperato il radiointerferometro Atacama Large Millimeter Array (ALMA) del Cile e il telescopio James Clerk Maxwell delle Hawaii per portare a termine la propria ricerca.

La scoperta

Eppure, nonostante la raccolta di una grande mole di dati, gli stessi esperti invitano a non trarre conclusioni affrettate. Lo studio effettuato non esclude che ci possano essere degli errori in merito alle rilevazioni e che il gas studiato non sia effettivamente fosfina, bensì delle altre firme biologiche nella sua atmosfera. A tal proposito la dott.ssa Anita Richards, dell’ALMA Regional Centre del Regno Unito e dell’Università di Manchester afferma che “con nostro grande sollievo, le condizioni erano buone ad ALMA per le osservazioni di follow-up mentre Venere era posizionato ad un angolo adatto all’osservazione dalla Terra. Elaborare i dati è stato complicato, poiché ALMA di solito non cerca soggetti molto sottili in oggetti molto luminosi come Venere.

Se fosse effettivamente fosfina saranno necessarie altre rilevazioni e analisi per essere sicuri che la sua produzione derivi da attività biologiche e non da altri fenomeni. Resta inteso che la zona di nuvole in cui è stata rilevata la fosfina potrebbe indicare che anche negli esopianeti (come la galassia dei Trappist-1 b, c, d, e, f, g, h), considerati ai limiti della fascia di abitabilità, potrebbero essere cercate tracce chimiche compatibili con la vita.

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